Fino ad un paio di anni fa la Chiesa di Dio Onnipotente, nota anche come Lampo da Levante o Folgore da Oriente, faceva parecchio parlare di sé. Tuttora, per la verità, ci si può imbattere in una pletora di suoi vari siti internet, tutti più o meno molto curati, e relative pagine social con molti followers e dove i contenuti della setta (preghiere, inni, video e persino film realizzati in passato, non di rado con tecniche di una qualità e di un costo più appropriati ad una vera e propria industria cinematografica che ad una semplice realtà amatoriale) vengono pubblicati con assidua frequenza. Ma il loro attivismo finisce là: per il resto, la setta sembra praticamente sparita dai radar, o quasi.
Diciamo "quasi" perché, se è vero che molte sette religiose nel tempo finiscono col "liquefarsi" ovvero col disgregarsi in vari gruppi interni, alimentando la confusione tra i loro adepti e inducendone molti ad allontanarsi o a perdere la loro precedente fidelizzazione, al tempo stesso è anche vero che ciò non le induce affatto a demordere, anche perché possono pur sempre contare su forti sostegni politici ed associativi e su altrettanto forti capitali economici nel tempo accumulati. E' il caso, per esempio, del Falun Gong, altra potente e temibile setta propagatasi in Occidente dopo essere stata espulsa dalla Madrepatria, e che da qualche tempo sembra conoscere un avvertibile declino anche in Europa, dove fino ad oggi era invece soprattutto cresciuta. Un caso, quello del declino del Falun Gong in Europa, che al momento potrebbe trattarsi anche soltanto di una tendenza momentanea e che come tale i vertici della setta in futuro potrebbero magari riuscire pure a rimediare, ma che in realtà come ad esempio quella italiana è ormai da anni un irreversibile dato di fatto.
Varrà lo stesso meccanismo anche per la Chiesa di Dio Onnipotente? Le due sette, certamente, sono molto diverse, come del resto ogni setta è in generale diversa da tutte le altre anche se ad accomunarle ci sono sempre molte dinamiche tali da renderle perfettamente riconoscibili come tali (la manipolazione e la coercizione psicologica, emotiva e persino fisica dei suoi membri; la tendenza ad escluderli ed allontanarli dai loro giri familiari ed amicali precedenti; la ricerca di persone che abbiano tempo, energie e risorse da dedicare alla "causa"; una devozione paranoica o quasi nei suoi confronti, tale da non ammettere ironie o contraddittorio su di essa e sui "valori" che ne compongono il credo; non ultimo anche una certa mania per la segretezza dovuta alla necessità di salvaguardare l'esclusività di essere parte di un gruppo chiuso). Ma proprio in virtù di tali caratteristiche è sempre piuttosto difficile stabilire con certezza quando una setta sia veramente scomparsa, ed ancor più se potrà mai scomparire.
Tra la fine del 2017 e l'inizio del 2018 si contavano, in Italia, almeno 622 membri della setta, su un totale di 1754 sparsi in tutta Europa. L'Italia, dunque, ospitava da sola un terzo degli adepti europei della setta, ma il suo attivismo sul territorio testimoniava una presenza numerica ben maggiore, e pure gli appoggi politici e i guadagni economici su cui poteva contare erano decisamente troppo importanti per un gruppo che ufficialmente veniva spacciato come di esigua entità. Le costose e frequenti produzioni a livello cinematografico, le non meno economiche pubblicazioni offerte anch'esse in varie lingue, gli spazi sul web con siti e persino app dedicate, erano tutti elementi che già da soli portavano a sospettare un'influenza ed una presenza della setta ben più abbondanti e capillari.
Solo un anno dopo il numero era già salito sopra le 800 persone, ma ancora sempre troppo basso per apparire davvero convincente ai più attenti osservatori. Per giunta, a partire da quel momento, la setta iniziava a collezionare fruttuose presenze in conferenze presso importanti atenei o nelle sale del nostro Parlamento, affiancata da importanti personalità del mondo della politica e della cultura italiane e non solo. Il fatto di tornare utile ad una certa "causa" in quel momento particolarmente "gradita" o comunque "funzionale" all'establishment occidentale (erano gli anni dell'Amministrazione Trump e la setta riceveva anche dagli Stati Uniti e dall'Inghilterra un forte sostegno politico, mediatico e finanziario in virtù della sua acclarata "fede" anticomunista ed anticinese, in un momento in cui in Occidente il confronto con Pechino iniziava a farsi sempre più acceso), spiegava solo in parte tutta quella attenzione così preferenziale verso un gruppo che almeno per i dati ufficiali continuava ad essere decisamente molto più che minoritario. E infatti, contrariamente a quanto ufficialmente dichiarato, la setta silenziosamente cresceva.
Oggi, altrettanto silenziosamente, sembra invece ferma o comunque "liquefatta". Ma sarà vero? L'impressione è che, tramontata l'era dei Trump alla Casa Bianca, snobbata in favore della più recente e mediaticamente fortunata "causa uigura" (che oltretutto ha anche un po' detronizzato, nelle preferenze di molti sinofobi occidentali, la "causa tibetana", con lo Xinjiang oggi quasi divenuto il loro nuovo Tibet), la Chiesa di Dio Onnipotente si sia ritrovata un po' messa in seconda fila, orfana di vari appoggi sia politici che finanziari di cui fino a non molto tempo fa era solita beneficiare, e quindi automaticamente trascurata anche dai media. Non è più, agli occhi di molti suoi vecchi estimatori e protettori, la "figlia prediletta" o la "prima della classe", ma solo una delle tante chiese evangeliche che pullulano nel mondo, ancorché lontana dall'essere un gruppetto sparuto o trascurabile. Ma è solo una condizione temporanea, una sosta che non sarà eterna.
Proprio per tale ragione, riparatasi sottocoperta, la setta oggi mira ad affilare le armi per il momento in cui sa che vi sarà nuovamente bisogno di lei: proprio come già è avvenuto col Falun Gong e persino con gli Shouters o con altri gruppi che si credevano addirittura estinti, e che poi sono tranquillamente riapparsi dimostrandosi persino in ottima salute. Ha pur sempre ancora molti fedeli, capitali e canali mediatici, ed infine può vantare ancora molti amici negli "ambienti che contano" e che a tempo debito non tarderanno a ritornare nella "stanza dei bottoni". A tacer poi di tutti quegli altri "amici" ancora che, in futuro, potrebbero analogamente ricordarsi di lei o valutare di sostenerla a loro volta, in virtù proprio della contrapposizione sempre più serrata che in Occidente andrà sempre più a definirsi con la Cina; a partire dagli Stati Uniti la cui linea politica verso Pechino, indipendentemente dal colore delle loro Amministrazioni, pare ormai destinata per un bel po' a non conoscere più particolari variazioni.