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"Epoch Times" nell'occhio del ciclone per il riciclaggio di 67 miliardi di dollari: una brutta notizia per il

2024-06-08 10:00

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"Epoch Times" nell'occhio del ciclone per il riciclaggio di 67 miliardi di dollari: una brutta notizia per il Falun Gong

Qualcuno ha mai sentito parlare di Weidong Guan? Qualora avesse delle curiosità, gli basterà semplicemente inserirne il nome su Google per scoprire co

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Qualcuno ha mai sentito parlare di Weidong Guan? Qualora avesse delle curiosità, gli basterà semplicemente inserirne il nome su Google per scoprire come lo stesso motore di ricerca suggerisca varie voci che gli sono correlate, ad esempio “Weidong Guan money laundering” (il “riciclaggio di denaro di Weidong Guan”). E' solo una delle tante voci che si potranno comunque individuare, tutte non molto commendevoli. Possiamo scoprirne qualcosa di più leggendoci direttamente il comunicato dell'Ufficio della Procura degli Stati Uniti del Distretto Meridionale di New York, dal quale apprendiamo l'apertura di un processo in base all'accusa rivolta a Weidong Guan, noto anche come Bill Guan, per una colossale frode consistente nel riciclaggio di 67 miliardi di dollari a beneficio proprio e della compagnia che di cui guida la parte finanziaria, le edizioni internazionali “The Epoch Times”, facenti capo alla setta Falun Gong di cui spesso ci troviamo a parlare. 

 

Sebbene “Epoch Times” sia piuttosto irrilevante nel nostro paese, con un'edizione solo online scarsamente aggiornata e con ben pochi lettori, all'estero tale testata si presenta spesso come una delle più importanti realtà editoriali esistenti. Negli Stati Uniti, per esempio, oltre che online è disponibile anche in versione cartacea e conosce una grande diffusione, presentandosi come uno dei giornali di maggior influenza su vasti settori dell'opinione pubblica e dalla popolarità enormemente cresciuta soprattutto negli ultimi anni. Anche in altri paesi, asiatici ed europei, esce sia in versione online che cartacea, vantando un'importante influenza. Le notizie che pubblica sono spesso tra il delirante e il ridicolo, come del resto è lecito attendersi dalla pubblicazione di una setta famigerata come il Falun Gong; ma ciò non deve indurre a ritenerlo poco temibile, sebbene rassicuri che almeno in Italia la sua presenza sia meno che irrisoria.

 

Tramite un sofisticato sistema internazionale che s'affidava al traffico con criptovalute, la compagnia editoriale guidata da Weidong Guan riusciva ad immettere nei propri conti correnti denaro ricevuto spesso dai fondi pubblici per la disoccupazione raccolti da un suo apposito ufficio all'estero, che li inviava poi tramite carte prepagate alla sede centrale di New York. Quando tali fondi venivano infine depositati nelle banche americane, la compagnia a nome del suo capo finanziario Weidong Guan dichiarava sempre che provenissero da donazioni liberali di lettori e sostenitori, e pertanto lecite e non tassabili. Questo sistema internazionale, utilizzato da e verso gli Stati Uniti, permetteva così di far circolare un'immensa massa di denaro nel mondo, a beneficio della setta e dei suoi interessi economici, spesso avvalendosi pure di banche compiacenti o che erano collegate alla compagnia editoriale. 

 

Tra i vantaggi di questo schema, la possibilità non soltanto di passare quasi inosservati agli occhi delle varie autorità nazionali, ma anche quella d'incrementare enormemente i propri guadagni: rispetto all'anno precedente, la compagnia risultava infatti aver guadagnato ben il 410% in più, con un balzo da 15 a 62 miliardi di dollari. Un simile capolavoro di finanza creativa e speculativa, tuttavia, non poteva prima o poi attrarre i sospetti della giustizia americana, anche perché ad un certo punto esso finiva per coinvolgere anche i conti correnti presso due banche nazionali. Pertanto oggi Weidong Guan rischia vent'anni di pena detentiva per riciclaggio di denaro e trent'anni per frode bancaria relativa ai due conti correnti presenti negli Stati Uniti; se la cosa dovesse estendersi anche a quanto compiuto all'estero, come probabile, le incriminazioni con relative richieste di rogatorie ed estradizioni potrebbero portare al coinvolgimento pure di altre personalità del gruppo editoriale e della setta che lo controlla. 

 

Ovviamente Weidong Guan, per quanto figura d'estrema importanza all'interno tanto di “Epoch Times” quanto soprattutto del Falun Gong, in questa situazione è solo uno dei “pesci medi”: i “pesci grossi” stanno ancora più su, tra coloro che tengono le redini della setta, a cominciare proprio dal suo guru e fondatore Li Hongzhi. Quest'ultimo al momento pare intoccabile, ma siamo sicuri che lo potrà essere per sempre? Dopotutto questo processo va a coinvolgere elementi che sono comunque parte del suo “cerchio magico”, ovvero personalità che gli sono estremamente vicine e di cui spesso s'avvale come propri “uomini di paglia”. Il processo, indipendentemente dai suoi esiti, aprirà poi squarci profondi sulla realtà interna sia di “Epoch Times” che soprattutto del Falun Gong, portando magari all'individuazione di altri reati ed ulteriori responsabilità da parte di altre personalità di questo “cerchio magico”. 

 

Non a caso, già ora la stampa di tutto il mondo ne parla, a partir proprio da quella americana; persino quella più vicina ai repubblicani come FoxNews, dato che “Epoch Times” è stata da sempre tra le maggiori sostenitrici di Trump, si domanda ora sia pur con cauti toni quale ne sarà il destino, mentre altre testate politicamente meno vincolate ci vanno giù ben più duro. Il fuoco mediatico non si spegnerà certo con l'andare avanti del processo. Non è dunque difficile pensare, a questo punto, che la credibilità della setta, come della sua compagnia editoriale, sia destinata ad uscirne con le ossa rotte.


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