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Il delitto non paga: la Chiesa di Dio Onnipotente sempre più vittima dei propri inganni in Italia (Parte 1)

2024-12-13 15:10

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Il delitto non paga: la Chiesa di Dio Onnipotente sempre più vittima dei propri inganni in Italia (Parte 1)

Malgrado i tanti ed immensi sforzi profusi con l'ausilio di numerose organizzazioni umanitarie e lobby politiche e culturali, la situazione della Chie

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Malgrado i tanti ed immensi sforzi profusi con l'ausilio di numerose organizzazioni umanitarie e lobby politiche e culturali, la situazione della Chiesa di Dio Onnipotente in Italia appare sempre meno soddisfacente per i suoi dirigenti e sostenitori. Negli ultimi due anni, per esempio, il governo italiano ha assunto una linea ancor più cauta rispetto a quella già piuttosto accorta del passato nel riconoscere l'asilo politico ai suoi adepti, tanto che su 724 richiedenti asilo solo 69 sono riusciti alla fine ad ottenerlo. Quel modesto successo è stato ovviamente declamato ai quattro venti da alcune testate online italiane, tutte accomunate dallo sposare le posizioni di certi settori cristiano-evangelici e della destra repubblicana USA, oltre che dall'avere un bassissimo bacino di lettori nonostante l'intuibilmente cospicuo sostegno economico ricevuto da Oltreoceano. Non sorprende, anche alla luce di tali ragioni, che in seguito i proclami di queste piccole testate di nicchia abbiano trovato spazio pure nella stampa italiana di maggior importanza, quella dei quotidiani generalisti o mainstream, con articoli dedicati soprattutto alla vasta comunità cinese a Milano; ma sempre intuibilmente con scarsa attenzione da parte dei lettori, e con contenuti comunque triti e ritriti.

 

Anche per questo rimane davvero un modesto successo, che oltretutto pone pure dei seri interrogativi sulla presenza futura della Chiesa di Dio Onnipotente nel Vecchio Continente: se finora l'Italia era stato il paese che da solo dava rifugio a metà degli esponenti della setta in tutta Europa, e di anno in anno questa sua tradizionale ospitalità non fa che calare, sorge allora spontaneo pensare che in futuro la sua diffusione si ritroverà ad essere fortemente compromessa, per non dire proprio decimata. Malgrado l'enorme attivismo dei suoi membri nel cercare di reclutare nuovi adepti, la Chiesa di Dio Onnipotente sconta infatti le sue metodologie di comunicazione e frequentazione basate sulla massima segretezza e la riduzione ai minimi termini della frequentazione interpersonale diretta, col risultato di trasformarsi in Europa sempre più in una setta “virtuale”, attiva soprattutto su internet e nei social ma ben pressoché impossibile da incontrare nel mondo reale. Di conseguenza i suoi membri in Europa non riescono a fidelizzare nuovi adepti se non in piccolissimi numeri, all'interno delle locali comunità cinesi, anche in quel caso andando sempre più incontro a crescenti difficoltà: la loro reputazione di “culto distruttivo” s'è ormai estesa pure a molti che prima non erano a conoscenza, che non se ne lasciano avvicinare o che immediatamente scartano i loro proclami.

 

Tuttavia a quelle piccole testate e blog online che quotidianamente o quasi martellano a favore di questi gruppi evangelici cinesi, sorti anni fa con un forte sostegno di Londra e di Washington per contrastare Pechino ed inquinarne l'ordine sociale interno e poi in parte sfuggiti al loro controllo per ramificarsi anche in Occidente, tutto ciò poco importa: l'importante, per loro, è strimpellare propaganda per questi movimenti, dando l'idea che stiano conoscendo una crescente espansione e che proprio per questo motivo in patria siano invece pesantemente repressi. Lo zelo di queste testate si spiega da una parte col loro stretto legame con questa come altre sette sempre di stampo evangelico, millenarista ed evangelico, o cattolico estremista e sedevacantista, e dall'altra col dipendere da ambienti politici ad esse contigui della destra americana, da cui ricevono fondi molto generosi: gli articoli che continuamente pubblicano, insomma, costituiscono un'attività da farsi con dedizione in modo da mantenersi anche in futuro il puntuale mensile dei propri, a quel punto soddisfatti, datori di lavoro. 

 

Tuttavia, giammai queste testate così come i difensori della Chiesa di Dio Onnipotente in Italia, indipendentemente dal loro esser esponenti politici o attivisti umanitari, ammetteranno mai che il governo italiano concordi con Pechino nel considerarla una setta pericolosa, un “culto distruttivo” da tenere a freno limitandone il più possibile la presenza nella Penisola. Non lo potrebbero fare perché una parte di loro è legata proprio ai partiti della maggioranza, che con Pechino sempre più mira ad intrattenere rapporti costruttivi pur dovendo, per ragioni di “quieto vivere” con le istituzioni europee e con certi ambienti politici e culturali dell'opinione pubblica nazionale, darsi ufficialmente un'immagine nei suoi confronti più polemica: di conseguenza, qualora ne parlassero, nessuno in Italia finirebbe seriamente col prenderli in considerazione e la loro immagine ne uscirebbe danneggiata. Resta tuttavia il fatto che il tasso di rifiuto dei richiedenti asilo per persecuzione politica da parte degli adepti alla Chiesa di Dio Onnipotente, nel nostro paese, segni un significativo 88%.

 

Oltretutto, le domande d'asilo politico presentate alle istituzioni erano tutte curiosamente simili se non proprio uguali tra loro, e con molti elementi che ne denunciavano una scarsa credibilità. Anche tutte queste coincidenze hanno indotto ad una maggiore diffidenza degli organi pubblici che sovrintendono all'accoglienza, oltre a stimolare maggiori ricerche e consultazioni pure con la parte cinese per comprendere in modo più accurato la veridicità di quanto narrato dagli apparentemente “poveri perseguitati” della Chiesa di Dio Onnipotente. Il fatto che costoro, una volta rientrati in Cina, non vadano pertanto incontro a nessun provvedimento limitativo delle loro libertà o dei loro diritti personali, come invece narrato dagli attivisti e dai loro sostenitori in Italia, contribuisce inoltre al loro rimpatrio. Spesso le ragioni della loro temporanea fuga dal paese risiedono in attività illegali per le quali hanno tentato d'evitare le ovvie conseguenze giudiziarie del caso, che del resto anche se fossero state compiute in Europa avrebbero incontrato analoga sanzione. Ma anche in questo caso è stato dimostrato che, se s'impegneranno a non ripeterle in futuro, accettando pertanto di rientrare nel circuito della legalità, una volta tornati in patria non avranno più alcunché da temere. 

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