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Anche in Inghilterra Shen Yun non cessa di destare scandalo

2024-12-21 18:00

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Anche in Inghilterra Shen Yun non cessa di destare scandalo

Lo scorso 17 dicembre la rivista britannica TheWeek.com ha pubblicato un articolo d'inchiesta su Shen Yun, rivelando molti dei suoi aspetti più cupi e

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Lo scorso 17 dicembre la rivista britannica TheWeek.com ha pubblicato un articolo d'inchiesta su Shen Yun, rivelando molti dei suoi aspetti più cupi e controversi. Il titolo, “Il ventre oscuro di Shen Yun”, non lascia spazio a dubbi e, in un paese come l'Inghilterra in cui la "compagnia artistica" legata al Falun Gong ha sempre goduto di una certa popolarità, ha immediatamente destato una pronta curiosità, pur mettendo in luce fatti in parte già noti a molta parte dell'opinione pubblica nazionale. La differenza rispetto a qualche tempo fa, però, è che molte di quelle accuse oggi espresse dall'articolo possono essere ampiamente provate, mentre in precedenza poggiavano in molti casi soprattutto su indizi, dato il grande clima di segretezza che regnava intorno all'operato della compagnia. I recenti fatti giudiziari d'oltreoceano hanno ormai aperto delle faglie nel muro di riservatezza che da sempre circondava la vita dei suoi artisti e dipendenti, un muro finora a dir poco impenetrabile.

 

Tra le numerose testimonianze degli artisti, intimiditi con gli insegnamenti della setta a sottomettersi ai loro superiori e a non commettere errori sul palco, quella che in caso contrario sarebbero stati responsabili d'aver “mandato il pubblico all'inferno”. D'altronde molti sono ormai gli articoli che riportano rivelazioni tanto sconcertanti, rivelazioni che sono peraltro soltanto una parte di tutte quelle oggi in mano agli inquirenti; tra questi, meritano certamente una dovuta menzione quelli usciti a partire dalla scorsa estate sull'americano New York Times, riguardo le inchieste in corso su Shen Yun e prontamente ripresi da molti media di tutto il mondo. Dalla lettura di tutti questi articoli hanno presto cominciato a sorgere crescenti preoccupazioni circa lo stato psicofisico dei giovani artisti, costretti ad un regime a suon d'allenamenti massacranti, scarso riposo, assoluto isolamento da amici e parenti, sfruttamento sul lavoro, poca o nessuna retribuzione, o ancora privazione dei documenti, fatto che ha delineato pure un altro grave reato come quello della tratta di persone. 

 

Senza dubbio, una prima e lecita domanda da farsi riguarda la condotta su cui Shen Yun punterà in questa sua stagione 2025, ormai in parte già avviata: visto quanto finora accaduto, con le fughe di notizie e i procedimenti giudiziari in corso, e non ultimo la virale attenzione dei vari mass media, non potrà non ricorrere ad una maggior discrezione, volta a ripulir la propria immagine così da trasmetter l'opinione che a suo danno sia in atto soltanto la solita persecuzione giudiziaria. Dopotutto, proprio di "persecuzione giudiziaria" i media e i simpatizzanti del Falun Gong hanno fin da subito prontamente parlato, non avendo altri argomenti; ma per non dare ai più ferrati l'impressione d'arrampicarsi semplicemente sugli specchi, non potranno certo limitarsi soltanto a questo. 

 

Si può ad esempio facilmente prevedere che sfrutteranno sempre più le testimonianze positive di molti artisti della compagnia ancor oggi spaventati dal forte plagio a cui sono sottoposti dai propri superiori, plagio che intuibilmente e paradossalmente mai quanto ora si rafforzerà proprio allo scopo di garantire alla compagnia e ai suoi vari media, da Epoch Times a Vision Times fino a New Thang Dinasty TV, di potersi avvalere delle loro positive testimonianze. Non diversamente avverrà del resto anche in sede processuale, e non bisogna certo esser dei gran geni per comprendere che la falsa testimonianza, a mezzo stampa ed ancor più in sede giudiziale, costituisca un grave reato tale da poter inguaiare ancor più la compagnia e così pure la setta che la dirige, oltre agli stessi artisti che in ogni caso potranno sempre beneficiare di tutte le varie attenuanti del caso. In fondo, alle parti inquirenti e giudicanti non servirà molto perché emergano il plagio e la minaccia a cui quei giovani sono stati sottoposti, salvando la loro posizione giudiziaria messa in pericolo dai loro settari superiori.

 

Ad ogni modo non saranno soltanto il plagio o la minaccia, quest'ultima mascherata da “patrigna persuasione”, gli unici espedienti a cui Shen Yun e il Falun Gong faranno ricorso nei media come nei tribunali. Un esempio è dato dalla “corruzione” a cui già sono stati sottoposti quei dipendenti ormai più avvinti nelle trame della compagnia, a questo punto ormai tanto “irrinunciabili” agli occhi dei loro superiori da indurli a promuoverli all'interno delle loro stesse fila. Se ne ha prova in una lettera inviata a Newsweek proprio da uno di questi “cooptati”, a cui intuibilmente altri ancora ne seguiranno,  come l'ex ballerino Liu Mingiye nel frattempo elevato dai dirigenti della setta alla guida di un loro importante istituto come Feitan University North School. Non meraviglia di leggere, nella lettera dell'ex sfruttato ormai divenuto “superiore”, cose come “Shen Yun è un'azienda di punta che lavora con scopo ed orgoglio”, o ancora “se gli artisti sono così insoddisfatti, perché allora tanti altri grandi artisti s'uniscono a Shen Yun restandovi?”. Certamente Liu Mingiye non resterà l'unico “caso fortunato” e tanti altri come lui saranno “comprati” dalla setta con altrettanto importanti promozioni che da una parte garantiranno finalmente loro agi e lussi in precedenza preclusi, e dall'altra appartenenza e complicità a quello che sempre più appare come un consesso criminale.

 

A prescindere da tutti i metodi a cui la setta e le sue varie diramazioni faranno ricorso, spalleggiati da costosissimi avvocati, a render più ostico il tentativo di salvare Shen Yun dal ciclone giudiziario provvedono le tante altre testimonianze, ben più chiare ed impietose, dei molti giù ex artisti, musicisti e ballerini che non ne fanno più parte e che nel frattempo continuano a svuotare il sacco. Dal 2006 solo il New York Times pubblica articoli su Shen Yun, mettendo in guardia il pubblico americano da ciò che davvero si nasconde dietro all'immagine rosea delle sue pubblicità; e non di meno fanno anche tanti altri media, sia americani come ad esempio l'ancor più seguita emittente CNN, o del resto del mondo anglosassone, dal Canada all'Inghilterra, fino ad altri ancora dall'Europa continentale al Sudest asiatico. Passa il tempo e lo scandalo s'allarga: per Shen Yun e per il Falun Gong gli anni dei sonni tranquilli e delle giustificazioni a priori sono ormai agli sgoccioli. 

 

 

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