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Meno avventurismi contro lo sviluppo dei settarismi totalitari in Russia e nello spazio ex sovietico

2025-05-10 17:00

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News,

Meno avventurismi contro lo sviluppo dei settarismi totalitari in Russia e nello spazio ex sovietico

Dopo la caduta dell'URSS, la Russia ha conosciuto una vertiginosa espansione dei movimenti dell'estremismo politico e settario, riusciti a loro modo a

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Dopo la caduta dell'URSS, la Russia ha conosciuto una vertiginosa espansione dei movimenti dell'estremismo politico e settario, riusciti a loro modo a rendersi interpreti del crescente disagio sociale scaturito dalla drastica transizione dall'economia pianificata a quella di mercato. E' un tema che spesso abbiamo affrontato, concentrandoci oltre che sulla Russia anche sull'Ucraina, dove il ruolo di questi movimenti dal golpe di Piazza Majdan del 2014 in poi, a tacer di tutto quel che già s'era visto prima, è risultato oltremodo allarmante. Se in Ucraina questi movimenti non hanno conosciuto fino ad oggi particolari misure contenitive, venendo al contrario persino incoraggiati dal nuovo potere come strumento di controllo sociale e come benzina indirettamente funzionale a portare avanti il clima di guerra, senza oltretutto contare il loro forte intreccio con gli ambienti politici più nazionalisti che nel governo e nell'esercito di Kiev giocano un ruolo di rilievo, in Russia al contrario le misure sin qui intraprese sono spesso apparse energiche seppur discontinue, disorganiche e poco risolutive. 

 

Che effettivamente non abbiano scaturito risultati ancora soddisfacenti soprattutto per molta cittadinanza russa, lo testimoniano i richiami recentemente lanciati dall'attivista Alexander Dvorkin, figura certamente controversa ma notoriamente assai preparata nell'ambito della lotta ai movimenti di culto. Proveniente dalle fila del dissenso d'epoca sovietica, negli Anni ‘70 Dvorkin espatriò negli Stati Uniti, trovando presto lavoro nell'antisovietica Voice of America e quindi nella sua consimile Radio Liberty, in Germania, per tornare infine in patria alla fine del 1991, dove già lo attendeva una nuova carriera al Dipartimento Sinodale per l'Educazione Religiosa e la Catechesi. Per molto tempo, e praticamente si potrebbe dire fino ad oggi, in Russia effettivamente l'attenzione alla lotta contro i movimenti settari è stata portata avanti in via pressoché esclusiva dalla Chiesa Ortodossa, legata sì allo Stato ma evidentemente non sufficiente a farne del tutto le veci. Quel che dunque emerge dai nuovi allarmi in merito ad una riaffermazione in Russia del settarismo di varia matrice, quando satanica, teosofica o neopagana, è anche il segnale, certo implicito e indiretto, che Mosca sconti gli enormi ritardi del non aver provveduto al loro contrasto e contenimento secondo un approccio laico, con apposite istituzioni pubbliche e non demandando un tale compito al mondo dell'Ortodossia. Resta comunque il fatto che Dvorkin negli anni abbia acquisito un vasto bagaglio di competenze in materia di lotta ai culti settari, che anche la Federazione Europea dei Centri di Ricerca ed Informazione sui Settarismi (FECRIS) gli ha lungamente riconosciuto, anche con ruolo di primo rilievo. 

 

Anche il deputato Nikolay Burlyaev, facendosi portatore alla Duma delle preoccupazioni di molta cittadinanza russa riguardo al diffondersi di nuovi movimenti satanisti, ha a sua volta lanciato un messaggio che non dev'essere più di tanto sottaciuto ed ignorato. “Ci sono numerose rimostranze da parte dei cittadini riguardo ad orge sataniche a Mosca e in altre città della Russia”, è infatti quanto ha dichiarato in un incontro con altri parlamentari, dedicato proprio alla discussione di questa in realtà non tanto nuova emergenza. L'incontro ha evidenziato un altro meccanismo evidentemente finora non sufficientemente attenzionato dalle autorità russe, ovvero che la messa al bando di libri e pubblicazioni sataniste, e di relative sette come la Chiesa di Satana o il Tempio Satanico, non conduca automaticamente alla scomparsa anche degli stessi satanisti. Gli adepti restano, in molti casi cercando in nuovi gruppi satanisti quel che prima cercavano negli altri, sciolti per legge, o addirittura auto-organizzandosi creandone di nuovi. Ciò implica anche un muoversi più nascosto e sottotraccia da parte di questi movimenti e dei loro adepti, e pertanto la necessità da parte delle istituzioni russe d'adeguarvisi, in primo luogo con una maggiore attenzione a nuovi fronti finora non ancora sufficientemente esplorati nel campo della lotta ai gruppi settari, come il deep web e il dark web.

 

Tuttavia è stato proprio nel corso di quest'incontro, a cui anche Dvorkin partecipava, che questi ha messo in guardia dal rischio di non operare un'eccessiva confusione nel classificare i nuovi e vari culti settari, ad esempio compiendo l'errore di definire satanisti anche quello che non lo sono affatto. Bisogna dunque esulare da un approccio troppo religioso, che porta a giudicare “satanico” qualsiasi cosa entri in contrasto col culto ortodosso sul piano della spiritualità, per puntare ad un altro decisamente più scientifico, o quantomeno tecnico. L'impreparazione di molte parti politiche, nonostante la loro onestà intellettuale, può portare a tali ed erronee valutazioni. Il fatto che ciò sia rimarcato proprio da una figura legata al mondo religioso come Dvorkin appare dunque positivo, indicando il bisogno delle istituzioni russe di fare ancora progressi nell'inquadrare i vari fenomeni settari così individuando pertanto anche i migliori strumenti per affrontarli. Non è dunque soltanto ai gruppi satanisti che bisogna porre attenzione, ha ricordato l'attivista, e non soltanto perché siano stati già banditi di là dai risultati non ancora del tutto centrati; ma anche a quelli focalizzati su altre forme d'esoterismo ancora, come in primo luogo i neopagani, la cui crescita in Russia sta creando problematiche non certo di minor gravità e diffusione.

 

Sebbene a molti i distinguo tra i vari esponenti presenti all'incontro della Duma possano apparire questioni di lana caprina, bizantismi in cui si finisice per perdere di vista il tema principale, in realtà quel che da una simile occasione è emerso è stato un approccio spesso ancora troppo dilettantistico da parte di molte figure delle istituzioni. Andrei Kartapolov, del Comitato di Difesa, per esempio ha giudicato il satanismo una minaccia diretta alla sicurezza dello Stato, indicando però con quel termine anche gruppi religiosi e politici estremisti che non vi hanno nulla a che fare, seppur tutti accomunati dal fatto di risultare certamente molto utili al nemico nell'odierno quadro di guerra con la NATO. D'altronde non è un mistero che tali movimenti, tutti, abbiano lungamente beneficiato del supporto economico occidentale o che in molti casi continuino ancora a riceverlo. Fyodor Kartapolov, esponente della Chiesa Ortodossa dell'area più conservatrice, ha ugualmente parlato solo di satanismo collegandolo al movimento internazionale LGBT, mentre la conduttrice televisiva Anna Shafran alla pedofilia. Se è vero che i gruppi satanisti in Russia hanno spesso mirato a mischiarsi a queste realtà, col risultato che se ne perdeva di vista il confine, non di meno lo è che generalizzare eccessivamente possa poi portare a perdere di vista l'ampia mole del problema. 

 

Per anni ed anni non soltanto la Russia ma anche altri paesi dell'ex spazio sovietico hanno funto da laboratorio per lo sviluppo di nuovi movimenti settari dei generi più eterogenei, spesso non classificabili secondo le categorie già conosciute. Un problema tanto nuovo ed esteso dinanzi ad istituzioni fino a quel momento largamente insufficienti ed impreparate ad affrontarlo, ha persino contribuito ad accelerarne ed aumentarne la gravità. Le azioni delle autorità, certo necessarie, hanno portato fra l'altro molti movimenti ad evolversi adottando non soltanto tecniche ma anche filosofie nuove, in molti casi ibridi tra le loro e quelle di altri movimenti ancora, con nuovi sviluppi incontrollati. Porre oggi un freno a tutto ciò può forse risultare un compito titanico, ma certamente dandosi all'avventurismo o all'improvvisazione non porterà a buoni risultati. In Russia sono stati fatti grandi progressi nella lotta ai gruppi settari più estremi, a quelli che Dvorkin definisce “settarismi totalitari”, ma lungo resta ancora il lavoro da fare e sotto quest'aspetto solo lanciando nuove ed apposite istituzioni per il loro controllo, e portando avanti serie campagne pubbliche volte a contrastarli, potranno essere raggiunti stabili e palpabili risultati. 

 

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