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Come la Chiesa Cattolica guarda al fenomeno delle sette italiane

2020-01-18 16:15

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Come la Chiesa Cattolica guarda al fenomeno delle sette italiane

La Chiesa non ha certamente un comportamento univoco di fronte alle varie sette esistenti in Italia. Alcune le contrasta apertamente, altre le ignora, altre anc

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Anche se il numero dei fedeli, negli anni, è certamente diminuito, la maggior parte degli italiani continua ancora a professarsi cattolica, e guarda alla Chiesa di Roma come ad un importante punto di riferimento. Del resto, il numero di fedeli della Chiesa Cattolica è calato un po’ in tutto il mondo, cominciando proprio da quei paesi che in passato erano invece considerati fortemente devoti, dalla Polonia alla Spagna fino a molti paesi dell’America Latina dove, in certi casi, i cattolici sono stati addirittura superati per numero dai protestanti.
Non sempre, dunque, chi ha smesso di essere cattolico è semplicemente diventato ateo oppure agnostico; spesso e volentieri si è trattata, invece, di una vera e propria conversione, a favore delle religioni più disparate. In molti paesi latinoamericani, come accennavamo, è in atto già da anni un vero e proprio boom delle chiese protestanti: pentecostali, evangelici, battisti, anabattisti, mormoni, ecc, dilagano dal Messico al Brasile, dal Nicaragua al Guatemala, grazie in particolare al forte sostegno che ricevono dai loro correligionari delle Chiese madri negli Stati Uniti. Ma, ad aver favorito questa loro ascesa, c’è stato anche il comportamento tendenzialmente miope della Chiesa Cattolica, che ha soffocato importanti movimenti sorti negli Anni ’70 nel suo seno (come ad esempio la "Teologia della Liberazione", ma non era certamente l’unico, benché forse il più noto, almeno da noi) per mere ragioni di "convenienza politica" (l’alleanza in funzione anticomunista ed anticastrista con gli USA e coi regimi filostatunitensi al potere in quei paesi, sostenuti da ambienti militari e dell’estrema destra, non consentiva chiaramente spazi per correnti cattoliche considerate "marxiste" o con un forte spirito rivoluzionario e di lotta sociale).
Anche in Europa, per ragioni tuttavia diverse, la Chiesa ha perso qualche treno importante. In parte ciò si lega alla normale "secolarizzazione" conosciuta dalla nostra società, che ad un certo punto ha conosciuto un’industrializzazione, uno sviluppo ed un benessere sempre maggiori. Tuttavia, quando la crescita è venuta meno e tanti hanno cominciato nuovamente ad impoverirsi, al vuoto spirituale e di valori si è aggiunto anche un inatteso e drammatico vuoto materiale e di sicurezze nel futuro. Questo ha spinto molte persone, soprattutto nelle aree più sofferenti del nostro paese (i quartieri più periferici ed ex industriali, non soltanto del centro e del nord, dove povertà e degrado dilagano, insieme a vecchie e nuove dipendenze da droghe, da alcol e da giochi d’azzardo; oppure le aree più depresse della provincia, in particolare al sud, dove l’isolamento geografico, economico e culturale ha iniziato ad essere vissuto, soprattutto dai più giovani, sempre più come una condanna a cui è impossibile o quasi sottrarsi), a rifugiarsi in nuove esperienze, in nuove forme di credo, alla ricerca di nuovi contenuti che potessero riempire quei loro vuoti o di nuove compagnie che potessero compensare quella grande solitudine, interiore ed esteriore.
Si va così da gruppi di preghiera, spesso sorti in seno al Cattolicesimo ma che non di rado hanno assunto posizioni sempre più estremiste al punto da sconfinare facilmente al di fuori della dottrina della Chiesa, ed al cui interno ben presto si sono notate forme di autoritarismo, manipolazione e gerarchizzazione tipiche di una setta vera e propria, alle nuove Chiese di stampo protestante, come i Testimoni di Geova ed altri ancora, che effettivamente hanno conosciuto un’espansione risucchiando al loro interno nuove persone. E poi ci sono le varie sette sataniche, popolarissime soprattutto fra giovani e giovanissimi, e non di rado del tipo "fai da te": anche in quel caso, immancabilmente, il clima di controllo interno e di svuotamento della personalità dell’adepto raggiunge il parossismo. Infine vi sono tantissimi nuovi culti di stampo ibrido, dediti alle più disparate forme di esoterismo, con particolari stili di vita o pratiche e rituali interni, dove il consumo e l’abuso di certe sostanze spesso e volentieri si mescola, immancabilmente, anche ad un forte controllo in termini economici e sessuali di chi entra a farne parte. Insomma, gli esempi che si possono fare sono infiniti.
D’altro canto, se chi si sente più povero o precario cerca nuove identità che lo facciano sentire più sicuro, anche chi continua a godere di benessere o lo vede addirittura crescere è a sua volta portato a chiudersi sempre di più nel proprio mondo, in "realtà parallele" lontane dalla "realtà reale". Molte filosofie e culti di stampo New Age, orientaleggiante, imperniate su certe forme di alimentazione più o meno estreme (si pensi a certi gruppi vegani o seguaci di altre diete particolari, ad esempio il macrobiotico) o pratiche ginniche (vari gruppi Yoga o basati su altre pratiche similari provenienti dall’Estremo Oriente, talvolta anche all’apparenza innocue come il Falun Gong di cui più volte ci siamo occupati, o altri basati sul Tai Chi Chuan o su alcune arti marziali), hanno conquistato il cuore di molti appartenenti delle classi borghesi e piccolo borghesi. Oppure, a conquistare il loro cuore sono stati altri gruppi ancora, dediti magari all’esoterismo o al satanismo, ma chiaramente ben più esclusivi e di nicchia, e con un’estetica e delle concezioni ben diverse dalle sette "hardcore", "rave" o "fai da te" degli adolescenti metropolitani.
Per molto tempo la Chiesa ha ignorato tutti questi fenomeni, sebbene molti suoi sacerdoti siano attivamente impegnati, in prima persona e a proprio rischio, nella lotta contro le sette. Associazioni come il GRIS di Imola o la Comunità Papa Giovanni XXIII ne sono alcuni validi esempi. Ma, parlando delle alte gerarchie vaticane, troppo è stato il silenzio così come il disinteresse. Eppure, dalle 76 sette riportate dal Ministero degli Interni nel 1998 si è arrivati, nel 2018, all’impressionante numero di 500, mentre il numero di adepti è stimato al ribasso in quattro milioni, con tredici milioni di persone che vi sarebbero in ogni caso coinvolte almeno indirettamente. Com’è stato possibile ignorare tutto questo, e per tutto questo tempo?
Probabilmente perché, mentre alcune sette vere e proprie (Hare Krishna, Soka Gakkai, Testimoni di Geova, ecc) cercavano ed ottenevano la possibilità di riscuotere anch’esse il famoso "otto per mille", la Chiesa ben difficilmente avrebbe potuto fare rimostranze, dato che fin dal primo giorno ne usufruiva. Inoltre, ben difficilmente avrebbe potuto puntare il dito contro gli abusi che in molte di queste sette avvenivano e continuano regolarmente ad avvenire, visto che soprattutto negli ultimi anni la questione delle violenze sui minori da parte dei preti pedofili non poneva di certo la Chiesa nella condizione di poter sedere sul banco degli accusatori, o anche soltanto di scagliare chissà quali "prediche". Il modo con cui, per anni, la Chiesa Cattolica ha cercato d’insabbiare i numerosi casi di pedofilia e di violenze sessuali che avvenivano al suo interno o da parte di suoi esponenti ne ha profondamente indebolito la credibilità e l’autorevolezza, già di per sé non più paragonabili a quelle di un tempo. I tempi in cui, in paese, tutti guardavano al parroco come ad una figura di cui aver sempre il massimo rispetto, sono finiti da quel dì, come minimo dall’immediato dopoguerra: già a quel tempo, in fondo, o si stava con Don Camillo o... con Peppone.
Questo, almeno, per quanto riguarda l’opinione pubblica, il comune sentire di molti cittadini. Quanti, in fondo, se capita di parlare di una setta, che si tratti di Scientology o di un gruppo satanista, finiscono immancabilmente col controbattere dicendo che "la Chiesa Cattolica è comunque la setta più pericolosa"? E’ un luogo comune, ma viene ripetuto da molti.
Tuttavia, in termini politici, e soprattutto diplomatici, la questione assume un peso ed un significato molto diversi. Abbiamo già detto come, in fondo, in America Latina l’arretramento della Chiesa Cattolica a vantaggio della "concorrenza" protestante sia pur sempre frutto di una scelta politica. Ma anche in Italia il rapporto fra certi ambienti politici statunitensi e vaticani pesa molto sul "lasciar fare" nei confronti dei vari gruppi protestanti, ragion per cui la Chiesa rinuncia ad usare la sua storica e forte influenza sulla politica italiana per chiedere meno facilitazioni a tali gruppi. Così, essi hanno potuto cominciare ad acquisire spazi sempre maggiori, e anche a poter riscuotere denaro dal sistema fiscale al pari della Chiesa Cattolica. Su quella scia, poi, inevitabilmente si sono inseriti altri gruppi ancora, grazie anche al precedente che si era ormai venuto a creare. La lista dei gruppi che hanno fatto richiesta di poter ottenere l’otto per mille e che sono in attesa di un positivo responso è "discretamente" lunga e si somma al cinque per mille che già possono ricevere attraverso le varie associazioni ad essi collegate.
Nel caso dei vari gruppi protestanti ed in particolare di quelli provenienti dall’Estremo Oriente, poi, ha pesato molto la trattativa fra Vaticano ed autorità di Pechino per poter raggiungere un accordo, finalmente siglato il 22 settembre 2018. L’accordo, dal contenuto riservato, si sostanzia come un Concordato fra il Vaticano e la Cina, che permette da una parte il riconoscimento dalla Chiesa di Roma dei vescovi della Chiesa Patriottica (ovvero quella fedele allo Stato cinese) e dall’altra l’ingresso in quest’ultima dei membri e seguaci della Chiesa clandestina o sotterranea, quella fedele al Papa di Roma e la cui vita religiosa finora si svolgeva nascostamente. La Chiesa di Roma punta a riaffermare la propria presenza e i propri spazi in Cina, ovviamente con l’obiettivo di crescervi sempre di più e di guadagnarvi, parallelamente, ulteriori nuovi spazi e quote di operatività e di autonomia. Ciò è sottolineato anche dal commento che di questo accordo è stato fatto da "La Civiltà Cattolica", il giornale dei Gesuiti da cui proviene anche lo stesso Papa Francesco. Se per Pechino questo accordo è soprattutto un punto di arrivo, che dovrebbe stabilire dei "punti fermi" nel rapporto fra la Cina e la Chiesa, per il Vaticano al contrario è un punto di partenza, volto a stabilire dei "punti mobili".
In tale strategia diplomatica, anche i protestanti sono tutto sommato funzionali. Molti gruppi protestanti di origine cinese sono sbarcati in Europa ed hanno cominciato a fare capolino anche in Italia, come ben sappiamo e già in passato abbiamo raccontato. Tra questi ci sono, ad esempio, la Chiesa del Pieno Scopo oppure la Chiesa di Dio Onnipotente, quella oggi maggiormente sulla cresta dell’onda e che riceve forti attenzioni, persino corteggiamenti, da alcuni settori del mondo cattolico e vaticano italiano. Soprattutto figure molto conservatrici hanno dato a questo gruppo un grande spazio di visibilità, e tra questi spiccano degli importanti studiosi di materie religiose. E poi c’è il caso, anch’esso già trattato da noi nella scorsa estate, dell’emittente laziale Rete Oro che quasi quotidianamente trasmette materiali video prodotti dalla Chiesa di Dio Onnipotente e programmi ad essa dedicati, ed è ben noto quanto questa emittente sia vicina agli ambienti cattolici ed ex democristiani laziali e romani. 
Ognuno, dunque, fa il suo gioco, e in questo senso sembrerebbe proprio che la Chiesa Cattolica voglia coccolarsi o comunque tollerare certe realtà dell’estremismo cristiano, persino protestante ed anticattolico, con l’idea che possano pur sempre tornare utili come "strumento negoziale" con cui mantenere sempre un potere contrattuale in più con le autorità cinesi. Inoltre, tali realtà, o sette, sono viste di buon occhio, sempre in funzione anticinese, dai settori più conservatori di Oltre Oceano, che hanno indiscutibilmente un enorme peso anche negli equilibri interni in Vaticano. Il Soglio Pontificio, oggi come oggi, non sembra più soltanto in bilico fra conservatori e progressisti vaticani, ma anche fra conservatori e progressisti americani, e tanto l’ascesa di Papa Francesco in piena era Obama quanto la sua contestazione interna oggi in piena era Trump potrebbero essere viste alla luce di questa certamente non nuova prospettiva.


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