Tempo addietro ci domandavamo come mai la Chiesa di Dio Onnipotente apparisse così silente dopo anni d'intenso attivismo in tutta Europa: era l'inizio dell'anno e la pericolosa setta evangelica, messianica e millenarista sembrava infatti essersi quasi liquefatta, presumibilmente in attesa di tempi migliori. Quei tempi migliori, a quanto pare, per la setta sembrerebbero essere ora arrivati: dopo un discreto braccio di ferro con le autorità spagnole una sua esponente di spicco, Li Yanli, ha ottenuto la sospensione delle procedure di rimpatrio in Cina ed il conseguente avvio dell'iter burocratico per l'ottenimento dell'asilo come rifugiato politico. Lo scorso 3 novembre, infatti, mentre la polizia spagnola provvedeva al suo rimpatrio, Li Yanli era riuscita a rimandare il volo tentanto di tagliarsi le vene dei polsi all'aeroporto di Madrid: sebbene fosse un ferimento lieve e pertanto lontano dal risultare davvero pericoloso, per i suoi avvocati s'era comunque tradotto in un ottimo cavallo da battaglia da sfruttare per portare avanti la tesi di un disperato tentativo di suicidio, mosso dall'incubo di un'ingiustificata persecuzione politica e religiosa. Dopo averla ascoltata il giorno precedente, il 22 novembre i magistrati spagnoli hanno così deciso di sospenderne il rimpatrio concedendole l'asilo politico.
A sostenere la sua causa un vasto fronte dell'estremismo cattolico, diffuso dall'Italia alla Spagna fino ad altre parti d'Europa, che è riuscito con una petizione a raccogliere almeno 60mila firme da sottoporre ai magistrati. Dalla versione ufficiale, le 60mila firme avrebbero dato un forte contributo nel convincerli, ma molto più probabilmente a pesare sulle loro decisioni sono state le forti pressioni ricevute dal mondo politico. Quel “vasto fronte” di cui parlavamo vede infatti tra i suoi componenti alcuni gruppi ben ammanicati con le aree profonde della politica spagnola, e non di meno con quelle del mondo politico e religioso americano ed anglosassone, come ad esempio “Abogados Cristianos”. Fondato nel 2008 a Valladolid, nella regione del Castilla y Leon, è unanimemente considerata in patria come una lobby ultracattolica, legata a doppio filo col partito di estrema destra Vox ma anche con ben più potenti lobby del fondamentalismo cristiano diffuse tra Stati Uniti ed Europa ed espressione dei settori più estremisti delle destre teocon. Tra queste si possono citare CitizenGo, HazteOir o ElYanque, quest'ultima una via di mezza tra setta, società segreta ed organizzazione paramilitare cristiano-fondamentalista e d'estrema destra, sorta originariamente in Messico e successivamente diffusasi con un certo successo anche negli Stati Uniti e nel Vecchio Continente, dove ha prontamente goduto del benvenuto offerto da gruppi e lobby consimili. La lotta contro ogni forma di “deriva satanista” incarnata dal secolarismo è un aspetto che le connota: ad esempio, non sorprende la loro esasperata omofobia, che porta persino alla conferma che i militanti di questi gruppi abbiano una sessualità piuttosto repressa e confusa. Insomma, il peggio di quella vecchia “Spagna profonda” che non a caso partorì il peggior franchismo, a metà tra Falangismo ed Opus Dei.
Non rassicura che a dar manforte dall'Italia a questi gruppi, andando a formare quel “vasto fronte” di cui parlavamo, ce ne fossero pure d'italiani, ultracattolici legati a loro volta anche ad altri movimenti settari cristiano-fondamentalisti e di estrema destra nordamericani ed ispanoamericani: tra questi spicca soprattutto un importante giornale che ogni giorno esce nel nostro paese in edizione multilingua, “Bitter Winter”, sempre dedito a difendere i vari movimenti settari nel mondo ed in particolare in Cina, paese contro cui ha da sempre il dente piuttosto avvelenato. Fermo restando che ognuno ha piena libertà d'informazione ed espressione come sancito dalla Costituzione, e che tale libertà meriti sempre il massimo e reciproco rispetto, tutta questa concentrazione soprattutto su un singolo tema non può non incuriosire anche un semplice lettore; figurarsi un professionista o un esperto di materie religiose che abbia anche un po' d'occhio rivolto anche al loro uso e ruolo nelle questioni politiche e geopolitiche. Secondo Luigi Corvaglia, esperto professionista nella lotta ai movimenti settari, già solo per uscire ogni giorno in cinque diverse lingue (ma in principio erano addirittura otto) un simile giornale deve per forza contare di una sospetta e comunque importante “potenza di fuoco” in termini economici. In ogni caso la solerzia di questo giornale italiano, peraltro non l'unico, nel sostenere la Chiesa di Dio Onnipotente è parte della sua linea editoriale fin dal primo giorno, con continui articoli ed iniziative tese a perorarne la causa in Italia e nel resto d'Europa; non di meno si può dire anche per i suoi continui attacchi alla politica cinese di lotta ai culti estremisti e settari, portati avanti anche a suon di resoconti piuttosto discutibili, a loro volta avvalorati da fonti ancor meno verosimili. Anche su questo aspetto, e più in generale sul sostegno dato a sette delle più indifendibili, tra le quali si possono citare anche Scientology o i Testimoni di Geova o ancora gli islamo-fondamentalisti di certe formazioni minoritarie uygure, le domande che un esperto di settore può farsi sono facilmente intuibili.
Ad ogni modo, se il caso di Li Yanli può esser citato come un successo dai suoi difensori, non così è stato per altri come Li Guiyuan, altro membro della Chiesa di Dio Onnipotente, che malgrado le forti raccomandazioni s'è visto alla fine respingere la domanda d'asilo da parte dell'Ufficio spagnolo competente, dovendo infine ripiegare su una meta terza offertagli da un imprecisato paese latinoamericano. Mentre un altro correligionario, Liu Qi, è stato semplicemente rimpatriato in Cina, dove lo attenderà un percorso di sostegno psicologico teso alla sua riabilitazione e al suo reinserimento sociale: praticamente il “trattamento da incubo” che i fanatici della Chiesa di Dio Onnipotente e del mondo cristiano-fondamentalista nostrano a loro sostegno temono di più, perché toglie loro fedeli (ovvero schiavi) e terreno in cui operare, e che non a caso negano preferendo invece parlare con prove inesistenti di torture e carcere duro. Tanto che addirittura nel 2021 costoro avevano provato ad appellarsi pure alla Commissione delle Nazioni Unite contro le Torture, ovviamente sempre col loro solito corollario di testimoni e sostenitori vari già ampiamente inseriti in buon numero tramite fondazioni, ONG e movimenti affiliati anche in seno alle stesse Nazioni Unite: tutti temi, come i lettori più affezionati sapranno, di cui già in passato avevamo più volte dovuto trattare.
Tuttavia, i casi di Li Guiyuan e Liu Qi erano anche maggiormente “sacrificabili” per i difensori della Chiesa di Dio Onnipotente in Europa rispetto a quello di Li Yanli, per il semplice motivo che costei è, dentro e fuori la setta, una “VIP”: sua l'interpretazione in un melenso film d'amore e di fede ultra-evangelico prodotto dalla Chiesa di Dio Onnipotente, dai forti connotati propagandisti anticinesi, “Xiaozhen's Story”, uscito nel 2015, ma anche in altre ottanta analoghe pellicole prodotte dalla setta. Dubitiamo che ai lettori interesserà sorbirsi un simile “mattone pseudocinematografico", come gli altri suoi consimili; ma ad ogni modo scorrerli sia pur velocemente potrà esser loro utile per meglio comprendere come simili produzioni non si possano certo realizzare con semplici metodi artigianali e a basso costo, ma semmai disponendo di grandi capitali e risorse industriali. Dopotutto il cinema è anche un prodotto industriale e non semplice frutto della buona volontà, e per quanto di cattivo gusto tali produzioni testimoniano come la setta goda di un forte retroterra economico derivante dalla sua potenza organizzativa così come dai solidi sostegni che riceve da più parti del mondo. Come per ogni industria cinematografica, e anche quella della Chiesa di Dio Onnipotente in definitiva lo è, un attore o un'attrice è anche un prodotto su cui è stato lungamente investito al fine da procurare un ritorno in questo caso non soltanto economico ma anche di notorietà e nuovi fedeli. Pertanto, per la Chiesa di Dio Onnipotente come per i suoi difensori europei la “VIP” Li Yanli non poteva per nessuna ragione al mondo esser rimpatriata in Cina, perché per loro ciò avrebbe significato la perdita di un immenso investimento, nonché di una personalità che per loro valeva più di molte altre, essenziale per portare avanti la loro causa; ma anche letale qualora fosse disgraziatamente tornata alla normalità, diventando magari una loro temibile apostata ed accusatrice.