Dal 27 al 31 dicembre s'è avuto modo d'assistere al primo spettacolo della tournée 2024 di Shen Yun in Italia. Come ricorderete, ne avevamo dato annuncio proprio lo scorso mese, con un articolo dove già immaginavamo che il successo non sarebbe stato proprio dei migliori. Per carità, non era nostra intenzione “gufarla” a nessuno, come si suol dire in Toscana quando si vuol augurare che qualcosa faccia fiasco, perché si tratterebbe di un comportamento che non ci renderebbe onore. Semplicemente, avevamo già dalla nostra parte numerosi precedenti che ci testimoniavano come gli spettacoli di Shen Yun, la compagnia teatrale della setta Shen Yun con sede principale a New York, in Italia (e non solo) fossero sempre risultati tutti piuttosto poco convincenti, se non proprio scandalosamente deludenti, e non soltanto al pubblico culturalmente più critico e preparato ma pure a quello magari meno esigente e più “vaccinato” alle carnevalate.
E pensare che il lancio pubblicitario era stato tra i più massicci da qualche anno a questa parte: persino “La Nazione”, il quotidiano di Firenze legato al circuito del “Quotidiano Nazionale”, era stata tirata in ballo con la pubblicazione del comunicato prefabbricato e pagato dalla compagnia teatrale (il famoso articolo “pubbliredazionale”), che annunciava il ritorno di Shen Yun nel capoluogo teatro, presso il Teatro del Maggio. Anche quest'ultimo, come riportavamo dalle fonti contenute nel nostro articolo di dicembre, doveva aver accolto lo spettacolo senza andar troppo per il sottile in termini di qualità, che Shen Yun oggettivamente non può fornire e che a Firenze ormai tutti sanno, ma per una mera ed immediata necessità di fare cassa a tutti i costi: bilancio non proprio dei più invidiabili, commissariamenti e conflittualità nei vertici, tutto correda la vita di un grande teatro che dalla sua recente nascita ha già collezionato non pochi incidenti di percorso.
Non sappiamo se l'obiettivo di far cassa sia stato pienamente centrato in quest'occasione, considerando il parere dei non molti spettatori giunti per vedere degli spettacoli i cui biglietti andavano dai quasi 80 euro agli oltre 140 euro: a fronte di cotanta spesa, certamente s'aspettavano qualcosa di più. Su TripAdvisor, per esempio, le recensioni sono quasi tutte al fulmicotone: “Abbiamo assistito allo spettacolo shen yun. Esperienza più che negativa. Nulla a che vedere con l'arte della Cina che ho vissuto andando in questo meraviglioso paese. Spettacolo di sola propaganda americana. Sconsigliato”, dice un utente; “Spettacolo Shen Yun di propaganda politica al Falun Gong, e mediocre contenuto artistico. Scandaloso”, dice un altro, e sono solo commenti tra i più laconici e moderati.
“Non pensavo che al Teatro del Maggio di Firenze si potesse vedere una tale mediocrità. Non ho parole per esprimere la delusione, la sorpresa di essere incappata in uno spettacolo forse degno di una recita di scuola. Scenette di danza senza infamia e senza lode, intervallate da spiegazioni da parte di presentatori in italiano e cinese che si sono rivolti al pubblico appunto come ad una recita scolastica. Schermo gigante dietro le danze con paesaggi e immagini fiabeschi dai colori ed effetti improbabili ed imbarazzanti. Proselitismo religioso degno di una setta. Salvo l'orchestra, avrei preferito ascoltare un loro concerto e la solista che ha suonato un pezzo con l'ehru, uno strumento a due corde cinese. E il tutto a prezzi modici, da 80 a 145 euro a biglietto”, dice infatti un altro ancora, cogliendo l'aspetto del proselitismo settario e concordando coi precedenti sull'essenza di volgare propaganda goffamente mascherata da spettacolo teatrale che connota gli spettacoli di Shen Yun. E non ha tutti i torti, se consideriamo che sempre in quei giorni al Teatro Verdi di Firenze si poteva vedere ben altro, ovvero “Lo Schiaccianoci” con la compagnia di danza del Teatro dell'Opera di Berlino e le musiche immortali di Petr Ilic Cajkovskij (ma, come abbiamo già detto, probabilmente al Teatro Verdi preferiscono non rivedere Shen Yun per un bel po', anzi, se possibile non rivederlo proprio mai più).
Non a caso, su TrustPilot, così commenta un altro utente, ed è pure moderato: “Visto oggi a Firenze. Spettacolo deludente non all’altezza della pubblicità che viene fatta. Ripetitivo antiquato senza il fascino dell’antico non emoziona e dopo il primo tempo si fa davvero fatica a non addormentarsi. Tempo e soldi persi peccato con tutto quello che c’è di bello da vedere a Firenze!!”. Un'altra rincara la dose: “Sembrava di essere allo spettacolo di Natale di una setta religiosa. Non si capisce come il Teatro del Maggio abbia avuto il coraggio di prendere questo spettacolo. Le altre recensioni negative sono tutte condivisibili nn sto a ripetermi…”. E pure un altro utente, considerando il tema delle recensioni, sempre così utili per orientarsi prima di prendersi delle belle fregature, così chiosa: “Lo spettacolo è stato deludente, i ballerini non sembravano neanche professionisti ma appartenenti ad una scuola di danza, sembrava un saggio di fine anno. Il biglietto veramente troppo caro per lo spettacolo che è stato, prima di acquistare il biglietto dovevo leggere le recensioni azzeccate”. Impressione sostanzialmente confermata pure da un'altra utente che scrive: “Visto ieri 30/12 al maggio di Firenze. 1. Come mai il Maggio ospita uno spettacolo cosi!? 2. Deludente e inappropriato al costo del biglietto.. scenette ripetitive e poco emozionanti. Bravi i ballerini ma pochi e con coreografie ripetitive. Mi spiace ma non vale il costo esoso del biglietto”.
Non a caso così mette oculatamente in guardia un altro spettatore deluso: “Nel complesso un “non spettacolo” oscurantista, con messaggi antievoluzionistici che, di per sé, giustificherebbero una censura. La cornice religiosa mielosa e bigotta arriva ad essere offensiva quando attacca l’ateismo. La cultura cinese è solo una fragile maschera che cala con i contenuti pro-America che sono in netto contrasto con “il salviamo il mondo e vogliamoci bene” quando sono proprio gli stati uniti e i loro alleati, che hanno innescato e finanziato tutti i più recenti conflitti bellici. Il messaggio “amiamoci tutti” scorda tutti i genocidi in corso palestinesi, armeni, curdi, ecc. ecc. ecc. … che vengono volutamente sotterrati da un velo di ipocrisia da stampa e polita nazionale ed internazionale. Spettacolo quindi diseducativo da sconsigliare vivamente anche se i ballerini hanno dimostrato buona professionalità e alcune scenografie risultano interessanti ed innovative”. Mentre un altro ammonisce: “Fatevi un regalo, ma regalatevi altro. Siamo arrivati carichi di aspettative dal trailer. Siamo usciti tra le risate dell’imbarazzo e l’amaro di aver buttato i soldi. Lo spettacolo è composto da scenette sul comico stile clown, scenografie di danza classica e performance musicali, ma dopo le prime due, tutte le altre sembrano molto simili tra loro. Verso la fine dello spettacolo, l’aria soporifera che si respirava era potente. Ma la ciliegina sulla torta è lo schermo sullo sfondo. Animazioni degne di gardaland (ma indietro di 10 anni) che rendono l’idea di interazione con i ballerini, sul filo dell’imbarazzo. Le coreografie sono buone, i ballerini funzionano, come anche l’orchestra dal vivo e mi sento di dare la seconda stella solo per loro. In ultimo il messaggio propagandistico “ateismo ed evoluzionismo sono il male”: se visto in quanto spettacolo teatrale fine a se stesso non da fastidio, ma se percepito ovviamente come un attentato alla propria ideologia, nel 2024, lascia un po’ sbigottiti. In conclusione: ballerini, musicisti ok. Tutto il resto oscilla tra l’imbarazzo e lo sconforto. Fare un regalo a qualcuno con quei soldi, lo farete più felice!”.