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Perché il rinnovo dell'Accordo sui vescovi tra Pechino e la Santa Sede turba gli animi degli ambienti più ol

2024-05-24 00:15

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Perché il rinnovo dell'Accordo sui vescovi tra Pechino e la Santa Sede turba gli animi degli ambienti più oltranzisti e settari

Pochi giorni fa il Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, ha dato un annuncio che certamente non ha suscitato le soddisfazioni degli

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Pochi giorni fa il Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, ha dato un annuncio che certamente non ha suscitato le soddisfazioni degli ambienti più oltranzisti dentro e fuori la Chiesa Cattolica: “Siamo tutti interessati a che l'Accordo [sulla nomina dei vescovi tra Cina e Santa Sede, NdA] possa essere rinnovato, e anche che alcuni punti possano essere sviluppati”. Il primo accordo venne stabilito nell'ottobre 2018 e rinnovato quattro anni dopo, nell'ottobre del 2022, in un clima di reciproca soddisfazione per i risultati che stava raggiungendo; il suo ulteriore rinnovo, per l'ottobre del 2024, era dunque più che prevedibile anche perché testimoniava la volontà d'entrambe le parti di mettere a segno nuovi ed ancor più importanti obiettivi comuni. L'obiettivo, come confermato dal cardinale in occasione di un convegno sulla Cina organizzato presso la Pontificia Università Urbaniana, è quello di poter giungere ad un pieno riconoscimento tra Cina e Santa Sede, che avrebbe a quel punto importanti ricadute non soltanto per Pechino ma anche per lo Stato del Vaticano e la Chiesa Cattolica Romana, le due differenti entità di cui essa è alla guida.

 

In sostanza, tramite il dialogo avviatosi col primo accordo del 2018 sin qui rinnovato, la Santa Sede mirerebbe ad aprire una rappresentanza pontificia a Pechino, con importanti ricadute politiche e diplomatiche a livello internazionale. Nel diritto internazionale il nunzio apostolico, ambasciatore della Santa Sede ovvero del Pontefice e della Curia Romana, è sempre ambasciatore decano, primo per ordine d'importanza; ciò sebbene lo Stato che in contemporanea alla Chiesa Cattolica guida, il Vaticano, non detenga per propria scelta un seggio all'ONU e sue ambasciate all'estero. In luogo delle ambasciate vaticane, pertanto, vi sono le Nunziature Apostoliche che nei vari paesi rappresentano invece la figura del Pontefice e della sua Curia. Naturalmente questa presenza è garantita solo in quei paesi, ovvero la prevalenza, coi quali la Santa Sede ha stabilito nel corso del tempo un pieno e riconosciuto Concordato tra ambo le parti; alcuni altri invece, ne hanno stabiliti di parziali, speciali o provvisori, e tra quest'ultimi spiccano proprio la Cina. 

 

Le ragioni per cui fino ad oggi con Pechino come pure con altri Stati era mancato un pieno concordato, nonostante la volontà reciproca di potervi arrivare, risiedeva in comprensibili ostacoli politici di vario genere. Istintivamente si è tutti portati a pensare alle ostilità che in vari momenti del passato potevano esservi da entrambe le parti, ma ad una più attenta lettura non possono sfuggire nemmeno quelle di soggetti e poteri terzi, per varie ragioni ostili ad un riconoscimento che andrebbe a suscitargli un grave pregiudizio politico. Si pensi ad esempio a quanto espresso da alcune voci più conservatrici della Chiesa Cattolica, ma anche dell'estremismo cattolico fuoriuscitevi dopo il Concilio Vaticano II e non di meno di certo mondo del Protestantesimo, tutte stranamente in perfetta sintonia su questo come su altri temi. Basta solo farsi un giro presso certe pubblicazioni online sedevacantiste od ultrareazionarie del mondo cattolico, spesso legate ad altre sette non certo più moderate, per rendersene facilmente conto. Colpisce quella loro comune sintonia, ma pure quella che al contempo sviluppano pure con altre realtà editoriali ed associative dedite al sensibile tema dei diritti umanitari in campo religioso, ovvero della “libertà religiosa” soprattutto in alcuni particolari paesi. 

 

Se ne trovano, le une come le altre, in abbondanza anche nel nostro paese, tutte ben legate tra di loro così come con alcuni ambienti politici e settari esteri, talvolta assai noti e talvolta meno, sebbene tali contatti siano sempre piuttosto omessi o sottaciuti, quando addirittura non proprio negati. Ma è sempre piuttosto facile riconoscere quel loro agire concordante dal fatto che si trovino tutte ad esprimere i medesimi concetti al medesimo modo. Fortemente vincolate ad un certo mondo politico ed umanitario anglosassone, dal quale traggono sostanziosi emolumenti, con la loro azione religiosa e pubblicistica a loro volta ne sostengono gli interessi politici, che non corrispondono certo al vedere un pieno riconoscimento tra Cina e Santa Sede, con tutte le conseguenze del caso. Dopotutto l'accordo reciproco sui vescovi permette di portare in luce quella che un tempo era nota come “chiesa sotterranea”, legalizzando una situazione su cui fino ad oggi proprio costoro avevano intensamente speculato. 

 

Ma ancor più vi speculava un ampio numero di sette e piccoli e grandi gruppi chiusi, guidati soprattutto dall'intelligence americano ed inglese, che andavano ad attingervi per espandervi il proprio gregge, alimentando nel paese una situazione che in assenza di un controllo pubblico si sarebbe resa sempre incontrollabile. Episodi già consumatisi come quelli dell'Associazione dei Discepoli, degli Urlatori o della Chiesa del Pieno Scopo, o ancora della Folgore da Oriente, ne costituiscono ormai una più che chiara prova. La questione non riguarda solo gravi crimini avvenuti pubblicamente, come aggressioni, tentativi d'omicidio o omicidi purtroppo avvenuti come quello commesso da esponenti della Chiesa di Dio Onnipotente in un McDonald's di Zhaoyuan nel 2014, ma anche forme aggressive e minacciose di proselitismo a danni di fedeli di altre chiese riconosciute e regolarizzate presso le autorità, fino alla coercizione psicologica e fisica a danno dei propri stessi adepti.

 

Non sorprende dunque che le parole del cardinale Pietro Parolin ("Noi auspichiamo da tempo di poter avere una presenza stabile in Cina anche se inizialmente potrebbe non avere la forma di una rappresentanza pontificia, di una nunziatura apostolica; ma comunque aumentando i contatti poi la forma può essere diversa") per tutti questi ambienti, per quanto attese siano state tutt'altro che gradite.


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