Lo scorso 31 luglio s'è celebrata la Giornata contro la Tratta di Esseri Umani, un tema che coinvolge tanto gli adulti quanto i minori, e che non si può unicamente ricondurre al solo aspetto migratorio. Se è infatti vero che la tratta degli immigrati vede l'azione diretta di vere e proprie organizzazioni criminali, non di rado con la poco commendevole complicità d'entità sia laiche che religiose attive sulle tematiche umanitarie, è al contempo vero che tale fenomeno veda uno sviluppo ancor più complesso e strutturato, che va ben oltre la semplice associazioni tra realtà sia criminali che istituzionali. Inoltre, la tratta degli esseri umani non si limita unicamente allo sfruttamento del fenomeno migratorio, oggi indubbiamente così lucroso da prendersi la parte del leone, ma riguarda anche altri non meno drammatici aspetti come lo sfruttamento della prostituzione o ancora dei bambini sia a fini sessuali che militari.
Nel nostro paese, per motivazioni di natura economica e “geopolitica”, la tratta degli esseri umani riguarda soprattutto più gli adulti sebbene non manchino affatto nemmeno i minori, e per finalità come la speculazione sul fenomeno migratorio e sessuale, quest'ultimo da intendersi come sfruttamento della prostituzione. In passato la tratta di giovani donne da avviare alla prostituzione in Italia, provenienti da vari paesi sia balcanici che subsahariani, prevalentemente albanesi, romene o nigeriane, è stata dominante rispetto a quella dei migranti che ancora non affluivano verso il nostro paese in numeri tali da renderla allettante alle organizzazioni criminali sia nazionali che estere. Il mutamento di certe condizioni geopolitiche nell'area mediterranea ed extra-mediterranea avvenuto nell'ultimo ventennio, tuttavia, ha presto permesso che anche tale tratta cominciasse a guadagnare una sempre maggior rilevanza.
Impreparato alla gestione delle emergenze geopolitiche derivanti dai gravi rivolgimenti nell'area mediorientale dovuti alle Primavere Arabe a cui pure aveva prestato il fianco, il nostro paese spesso non ha saputo darsi altre risposte al di fuori di certi buonismi e paternalismi tipici di una certa vecchia sinistra terzomondista che aveva nel frattempo rinnegato sé stessa in nome dell'americanismo più spinto, o di certi non più convincenti appelli alla chiusura e ai respingimenti propri di una vecchia destra analogamente ultra-atlantista e spaventata dalle novità. In entrambi i casi, è mancata la capacità di fornire un'analisi sociale, politica e storica dei fenomeni che s'avevano davanti, e quel che è peggio è che spesso tale incapacità è stata pure voluta, per non chiamare in causa le motivazioni più profonde di quei cambiamenti, che vedevano un'innegabile responsabilità tanto del proprio paese quanto del proprio ordine internazionale d'appartenenza in scelte geopolitiche fatte sia in quello stesso momento che in tutti gli anni precedenti. Di fronte ai primi barconi e alle prime ondate migratorie in grandi numeri, non solo l'Italia ma l'intera Europa e l'intero Occidente si ritrovavano impreparati a raccogliere ciò che lungamente avevano seminato.
I numeri di certe scelte condotte in passato, e reiterate anche nel presente, sono tuttavia drammatici se analizzati nei loro contesti d'origine, ad esempio nell'Africa Subsahariana o in Medio Oriente, dove l'ampia catena di conflitti in corso non è certo una novità dell'ultim'ora e vede da sempre la neanche troppo occulta responsabilità della mano occidentale. Aver per anni alimentato povertà e conflittualità in quelle aree, ha a sua volta avuto come diretta conseguenza la costrizione per molte persone a dover emigrare. Un altro frutto avvelenato s'è sostanziato nell'esasperazione delle rispettive identità culturali, con l'ulteriore divampare del fondamentalismo islamico a cui peraltro l'Occidente aveva da sempre fornito grandi sostegni per destabilizzare paesi e governi identificati come ostili o non sufficientemente malleabili: ciò ha causato condizioni di vita sempre più dure per le categorie considerate più deboli, come le donne e i bambini, in un più generale quadro d'aumentata insicurezza fisica e materiale. Sempre più minori hanno conosciuto, per ragioni economiche, lo sfruttamento sessuale o i matrimoni forzati con adulti, e non diversamente è stato per molte donne adulte. Non di meno si può dire per altri drammatici fenomeni come lo sfruttamento del lavoro minorile, con bambini in età scolare e persino prescolare aumentati nello svolgimento d'attività pesanti e logoranti, o persino come già lievemente accennato nel primo paragrafo per fini bellici, come bambini soldato. Dati recenti attestano che dal 2005 al 2022 ne sarebbero stati arruolati non meno di centomila, nei vari contesti di conflitto dall'Africa all'Asia all'America Latina, dove i minori sono almeno 450 milioni e il serbatoio di “riserve” potenzialmente disponibili per i vari “signori della guerra” risulta quindi pressoché infinito.
Non manca neppure, in tutta questa galassia, lo sfruttamento esercitato tramite coercizione psicologica e religiosa, sia che si tratti di donne adulte avviate alla prostituzione o di bambini soldato educati a diventare “piccole macchine di morte”. Molte giovani donne, provenienti in particolare dalla Nigeria e dall'Africa occidentale, sono state costrette alla prostituzione da organizzazioni criminali che hanno manipolato il loro credo spirituale, persuadendole che un grave anatema si sarebbe abbattuto su di loro e sulle loro famiglie qualora si fossero ribellate. Il sincretismo tra religioni animiste originarie e monoteismi affermatisi nelle epoche successive, Islam o Cristianesimo che fossero, hanno fatto sì che sullo spiritismo e sulla santeria le organizzazioni criminali potessero attingere a piene mani sia per circuire i propri connazionali che per sviluppare i propri rituali d'affiliazione: anche il membro di quella mafia che dovesse sottrarsi al sodalizio criminale andrebbe incontro ad una non migliore fine, perché per gli altri membri del gruppo avrebbe violato un giuramento e condotto un'empietà. E' un meccanismo che si ritrova anche in tutti gli altri sodalizi criminali, sia stranieri che italiani, imperniato sull'amalgama tra religiosità, esoterismo e superstizione, e tipicamente settario. Lo stesso genere di manipolazione psicologica e valoriale svolto con successo su giovani donne, viene impartito con non minor successo anche sui bambini soldato nei vari teatri di guerra.