Quanto trattato soltanto pochi giorni fa torna d'attualità nel momento in cui c'imbattiamo in un articolo nel frattempo pubblicato dall'Agenzia Fides, che fornisce all'argomento una maggiore e gradita specificità. L'autrice Marta Zhao scrive da Ningbo, grande città nello Zhejiang, del nuovo e allarme recentemente lanciato dai Vescovi cinesi proprio in merito alla pericolosità delle sette religiose per la fede dei cattolici cinesi. Il Vescovo della diocesi di Ningbo, Francesco Saverio Jin Yangke in una lettera pastorale firmata lo scorso 6 settembre, ha infatti ammonito che “I cattolici devono stare alla larga dalle sette e dalle loro dottrine, devono rifiutarsi in maniera categorica di frequentare i loro incontri. I battezzati devono perseverare nella fede e obbedire alle verità rivelate nella Sacra Scrittura e al Magistero della Chiesa”.
Si tratta di una raccomandazione fin troppo chiara, che esprime la forte preoccupazione avvertita dal mondo cattolico cinese verso l'operato sempre più attivo delle varie sette religiose afferenti a personali e discutibili visioni del Cristianesimo. Spesso sono culti di stampo evangelico, millenarista od appartenente comunque ai rami più giovani ed estremi del protestantesimo, che predicando l'imminente Apocalisse attirano i fedeli anche all'interno delle stesse chiese cattoliche, deviandoli nella clandestinità e in appartenenze tossiche e pericolose, connotate dalla manipolazione e dall'abuso psicologico oltreché non di rado fisico, così come dallo sfruttamento economico. Il Vescovo cita espressamente dei movimenti che più volte abbiamo trattato, come la “Chiesa di Dio Onnipotente” o ancora “Nuovo Cielo e Nuova Terra”, ovvero la "Shincheonji Chiesa di Gesù", tutte come altre ben presenti anche nel nostro paese e come noto assai sostenute da un certo mondo politico occidentale. Nelle sue parole il Vescovo trova un pensiero anche per quei fedeli che già a tali sette hanno preso parte, raccomandandoli di “pregare sempre il Signore per voi, affinché vi conceda la grazia del discernimento. Vi esorto a riconoscere le false verità di quelle dottrine, a pentirvi e a tornare subito nel gregge che Cristo ha raccolto e costituito. La diocesi dovrà disporre misure ecclesiastiche nei confronti di coloro che persistono nello scegliere l’errore”.
Non è la prima volta che il mondo cattolico cinese rivolge simili appelli ai fedeli e così pure a quanti sono già divenuti adepti di tali sette; che quest'ultime mirino in tutti i modi, attraverso i metodi più subdoli, ad intercettare il forte bisogno di fede e di spiritualità di molte persone con risultati solitamente drammatici, è provato anche dal fatto che nei loro appelli i Vescovi si rivolgano pure agli stessi sacerdoti, suore e laici, non ritenuti evidentemente così invulnerabili ai loro proselitismi. Sono riportati i casi di Vescovi e sacerdoti che hanno subito ricatti, minacce ed intimidazioni dopo aver chiesto ai propri fedeli di non frequentare adepti delle varie sette, che evidentemente agiscono ormai con sempre maggior disinvoltura. Ad esempio, già nel 2012 gli esponenti cattolici e protestanti di Hangzhou scrissero una Lettera Aperta ai fedeli, per via del grande allarmismo sollevato proprio in quell'anno dalle apocalittiche profezie della Chiesa di Dio Onnipotente circa un'imminente fine del mondo; sempre allora, anche la Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli intervenne diramando proprio tramite l'Agenzia Fides un'ampia informativa volta a descrivere le dottrine fuorvianti e le pratiche manipolatorie e ricattatorie portate avanti dai vari culti settari verso le comunità cristiane, onde avvisarle per tempo. Quest'ultimo rappresentava uno scrupolo certo non comune, che esprimeva tuttavia assai visibilmente la crescente preoccupazione che in molti ambienti d'Oltretevere iniziava proprio allora a diffondersi a causa del dilagare dei nuovi gruppi settari, in Asia e non solo.
Citando nella sua Lettera Pastorale i Canoni 750-1 del Diritto Canonico e il Paragrafo 85 del Catechismo della Chiesa Cattolica, il Vescovo di Ningbo avverte come provato da indagini della Diocesi e da segnalazioni dei parrocchiani della recente scoperta delle attività di sette quali la Chiesa di Dio Onnipotente e Shincheonji, spesso note anche con altri nomi non meno altisonanti come “Folgore da Oriente” o “Lampo da Levante” e “Nuovo Cielo e Nuova Terra” o “Tempio del Tabernacolo della Testimonianza”. Utilizzando un linguaggio apparentemente simile a quello della Chiesa, portano avanti messaggi contrari agli insegnamenti delle Sacre Scritture e della Tradizione, dando luogo ad un subdolo inganno che trascina i fedeli fuori dalla vera Chiesa portandoli a seguire dottrine ben lontane dai reali Vangeli. Sempre nella sua significativa denuncia, infine, il Vescovo Jin confuta in sei distinti punti le dottrine predicate dai culti settari, sottolineando come le loro speculazioni si basino su interpretazioni arbitrarie estranee a quella della Chiesa di testi come la Genesi e l'Apocalisse, oltre ad alcuni riferimenti minori alla Lettera di San Giovanni Apostolo e alla Seconda Lettera di San Paolo ai Tessalonicesi. Con metodi ingannevoli dunque, approfittando della buonafede e della poca conoscenza in materia teologica di molti fedeli, le varie sette religiose seminano divisioni nella Chiesa e nella società, creando così un enorme e comune danno sociale.
Non è casuale che l'Agenzia Fides, nel suo articolo, ricordi come i gruppi settari trovino maggior terreno fertile soprattutto nelle campagne e nelle aree più remote, attirando l'attenzione dei potenziali adepti con prediche sull'imminente fine del mondo e l'avvento di regni messianici sulla Terra. Con tali dottrine apocalittiche e millenaristiche, si collocano al di fuori dell'ordinamento giuridico, che in Cina vede riconosciute e tutelate le grandi discipline e religioni nazionali come il Taoismo, il Buddhismo, il Confucianesimo, oltre all'Islam e al Cristianesimo nei suoi vari rami Cattolico, Protestante ed Ortodosso. Entrando in rapido contrasto con le altre fedi, le varie sette portano a fratture e conflitti nelle famiglie, nei luoghi di lavoro, nelle comunità e in tutta la società in generale, spesso portando i loro adepti anche a compiere gravi crimini che in vari casi hanno indotto le istituzioni alla loro messa al bando o in ogni caso a più seri provvedimenti. Nel tempo, ciò ha condotto tali sette e molti loro seguaci ad espatriare negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Canada, in Australia o nell'Unione Europea, presentandosi come vittime di un'ingiusta persecuzione religiosa e raccogliendo così il pronto e prevedibile interessamento di molti ambienti politici che già per altre loro pregresse ragioni miravano ad alimentare un'agenda politica anticinese e sinofoba in Occidente. Lo stabilirsi di questo sodalizio spiega così pure la crescente disponibilità economica e materiale che da allora ha iniziato a beneficiare queste come altre sette, e del pari anche del loro numero di adepti e della loro influenza politica e mediatica nei paesi occidentali.