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Da Firenze e Cagliari Shen Yun torna già con le ossa rotte

2025-01-07 18:30

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Da Firenze e Cagliari Shen Yun torna già con le ossa rotte

Il ciclo di spettacoli di Shen Yun al Teatro del Maggio a Firenze s'è concluso da pochi giorni, e così pure quello successivo al Lirico di Cagliari, m

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Il ciclo di spettacoli di Shen Yun al Teatro del Maggio a Firenze s'è concluso da pochi giorni, e così pure quello successivo al Lirico di Cagliari, ma già abbondano gli elementi per stilarne un primo bilancio. La cattiva pubblicità che la compagnia teatrale guidata dalla setta del Falun Gong s'è fatta con le stagioni precedenti, a cui s'assomma quella legata agli ultimi scandali relativi alla sua gestione interna, è risultata senza dubbio più che sufficiente ad allontanarle le simpatie di molti suoi vecchi aficionados e a dissuadere al contempo altri potenziali nuovi curiosi dall'avvicinarvisi. Per giunta anche i prezzi dei biglietti erano, come da consolidata tradizione, piuttosto cari in rapporto alla qualità non certo eccelsa dello spettacolo, e pure di questo molti spettatori si sono ripetutamente lamentati. Ma  non c'è da meravigliarsene, giacché per il Falun Gong la compagnia di Shen Yun è soprattutto una "grandiosa macchina da soldi” in cui, pagando biglietti decisamente salati, il comune spettatore a sua insaputa ingrassa l'immenso giro di ricchezze di Li Hongzhi e consorte più che accedere alla qualità o all'esclusività di una rappresentazione “artistica” ingannevolmente promossa come “unica” ed “irripetibile” (nientemeno che “5000 anni di storia cinese!”).

 

Ad ogni modo, tralasciando questi aspetti già più volte denunciati, puntiamo lo sguardo su quanto finora dichiarato dai non molto entusiasti spettatori delle serate di Firenze e Cagliari: il sito di recensioni di TrustPilot, ad esempio, abbonda già ora di commenti non proprio cerimoniosi all'indirizzo della compagnia e dei suoi spettacoli. Tra i tanti ne spicca uno, pubblicato giusto poche ore fa, il cui titolo “Assolutamente da evitare” non pare ammettere repliche; specificando d'aver pagato ben 115 euro per uno spettacolo a suo giudizio immeritevole, l'autore specifica poi che: “Utilizzando la copertura di un mediocre show di musica e danza, denuncia quanto è accaduto ed ancora accade ai seguaci di questa setta, raccoglie fondi e cerca di veicolare i propri messaggi. Tutto ciò mi sembra poco corretto nei confronti dello spettatore occidentale. In particolare, non è accettabile che vengano esternati concetti come ”la modernità è il male" o che “l'ateismo e l'evoluzionismo sono frutti di Satana”. Se questi signori non vogliono accettare le teorie darwiniste che ci vogliono discendere, lungo un cammino di milioni di anni, da una scimmia, è affare esclusivamente loro, ma non si devono permettere di venirci a dire che chi crede all'evoluzione è un figlio di Satana! Tornando allo spettacolo, le coreografie ed i costumi delle danze collettive sono belli, come pure la sincronia tra i ballerini. Non vi aspettate grandi performance però: qualche capriola e qualche salto mortale spalmati su due interminabili ore... E soprattutto non si tratta di danza tradizionale cinese. Gli sketch che vogliono presentare storie tradizionali cinesi sono molto elementari e più simili a una tristissima pantomima. Gli episodi che raccontano la storia del Falun Gong, le persecuzioni, la nascita degli esseri umani (!) e la venuta del creatore (!!!) sono incommentabili... diciamo che in questi giorni, raccontandoli, ci ho riso su parecchio. Tenore e soprano (così sono stati presentati) sono ahimè di livello bassissimo. Gli orchestrali bravi, ma le melodie sembrano molto ripetitive. I presentatori, impegnati in un continuo duetto italiano-cinese, sono anch'essi stucchevoli e ripetitivi, quasi robotici". 

 

Un'altra persona, che si riferisce sempre agli ultimi spettacoli tenutisi a Cagliari, dice invece: “Che noia! Più che balli esercizi di ginnastica con qualche salto acrobatico... costumi da catalogo Shein, coreografie ripetitive e per nulla interessanti. Tante brevi scenette mimate con musiche e danze da recita scolastica effetti speciali su schermo cinema, due ore interminabili. Il prezzo non giustifica il prodotto”, e così pure un'altra che ancor più ribadisce: Spettacolo a dir poco noioso, scenette da scuole elementari, mi sembra più una setta che con la scusa dell'arte vuole lanciare messaggi politici. Biglietto carissimo, moltissimi spettatori con i quali ho scambiato opinioni, la pensavano esattamente così. Soldi buttati!!! Sconsigliatissimo!!”. Sempre di “propaganda continua” e di “delusione totale” per “uno spettacolo imbarazzante e pacchiano”, con “riferimenti politici e religiosi alquanto imbarazzanti” parlano poi altri, anche in questo caso riferendosi alle serate a Cagliari dove Shen Yun è tornata a calcare le scene da tempi più recenti rispetto ad altre città italiane, potendovi così “adescare” molti più spettatori in buonafede. In generale, gran parte di costoro sono usciti dal Teatro Lirico a dir poco delusi e difficilmente torneranno a vedervi Shen Yun, sempre ammesso poi che il prossimo anno vi riappaia ad ingombrare il palcoscenico. 

 

In merito agli spettacoli al Teatro del Maggio di Firenze di qualche giorno prima, ugualmente, i commenti son tutto fuorché bonari: l'ultimo che ha pubblicato una sua recensione in proposito commentandolo come “Imbarazzante e deludente” specifica che: "Recensito come uno spettacolo memorabile di danza cinese con costumi e coreografie da sogno… in realtà lo spettacolo è costituito da pochi momenti di ballo corale con coreografie semplici e ripetitive. Il resto dello spettacolo è costituito da scenette a livello di recita scolastica con titoli mediocri (l'uomo maiale, il ristorante ecc) con rappresentazioni davvero imbarazzanti sincronizzate con cartoni si computer graphics. Come se questo non bastasse ci sono continui riferimenti politici (i cattivi vestiti di nero con il simbolo di falce e martello sulla schiena) e di indottrinamento a livello di setta (testo e evoluzionismo causa di pandemia e di tutti i problemi del mondo). Se pensate di vedere lo spettacolo di danza acrobatica dei trailer che girano in rete... ecco allora non andate a vederlo perché rimarreste delusi. Presentatori (uno italiano e una cinese) "impostati" all'inverosimile con empatia zero... Tenore e soprano... mediocri. Brava la suonatrice dello strumento cinese a 2 corde. Non penso meriti di essere portato in scena al teatro del Maggio Fiorentino". Così pure un altro che più sinteticamente ribadisce il medesimo concetto: “Spettacolo imbarazzante e di mediocre livello. Sembra un cartone animato con una esagerata propaganda religiosa inopportuna per uno spettacolo che vorrebbe essere di danza”. 

 

Molto prolisso invece un altro commento, il cui autore giudicando l'evento “costoso ed inutile” poi spiega: "Shen Yun significa la "bellezza degli esseri divini che danzano". Se si fossero limitati a danzare, avrei potuto anche giustificare lo spettacolo. Ma c’è dell’altro. Le aspettative erano alte, non foss’altro per il prestigio del teatro che lo ospitava, il Maggio Musicale Fiorentino. Lo spettacolo è presentato come un evento di rinomanza internazionale. Il costo dei biglietti è paragonabile a quello di opere liriche di pregio (…) Lo spettacolo si divide in due parti, ed è costituito da una quindicina di “scene” relative ad altrettante brevissime storielle, tutte, ahimè, molto banali ed elementari. Il bene, il male, il cattivo di turno e l’eroe o eroina a salvare il mondo. Il sentore generale rimanda a non troppo velati precetti scolastici e genericamente religiosi. Il tutto su uno sfondo di immagini in computer graphics che raffigurano paesaggi bucolici orientali (da magnificare…) o situazioni urbane con generici riferimenti alle architetture occidentali (da deprecare…). Ad inframezzare i “balletti”, le brevi esibizioni di un tenore e di una soprano (assai scadenti in quanto a qualità vocali e interpretative), accompagnate al pianoforte, e con i sottotitoli a tradurre testi di una banalità disarmante, impregnati – però – di una esplicita, ridicola e becera propaganda religiosa e politica. Diversi richiami all’anti-evoluzionismo e all’anti-ateismo riportano alla setta religiosa cui si richiama apertamente la compagnia (il Falun Gong). Alcuni versi delle “arie” rimandano anche alla presunta origine della pandemia, fatta risalire al potere del male su chi non crede e si professa evoluzionista o ateo (!). Durante l’intervallo – e questa è la cosa di gran lunga più inquietante – diversi addetti (o sarebbe meglio dire “adepti”) giravano per la sala, interloquendo con gli spettatori e proponendo interviste registrate col cellulare e/o fotografie agli astanti. Tutti vestiti uguali, molto formali e tutti italiani (dall’aspetto raccogliticcio da “scappati di casa”). Almeno una ventina di persone, uomini, che poi si sono seduti tra il pubblico… dove, quindi, stavano pure prima (…) Il finale, poi, è da Blues Brothers in estasi mistica; il “creatore” (come lo definiscono loro) che viene dal cielo per salvare il mondo da uno tsunami che devasta le città dell’occidente, e che si presenta con le vaghe sembianze di un Cristo paffutello (l’unico non ballerino, perdipiù sovrappeso) e la posa ieratica. Kitsch alla meno-enne e pacchiano oltre ogni limite di decenza. Riassumendo, uno spettacolo ricco di colori e di suggestioni visive. Totalmente avulso da contenuti degni di un significato minimamente universalistico. Malcelata propaganda anti-cinese e anti-comunista; testi da proselitismo settario (…) Inutile e costoso". 

 

Di “Fregatura” parla invece un'altra spettatrice, scendendo poi nel dettaglio: “Aspettative altissime considerando i video postati sui social, tanto da farmi acquistare due biglietti nelle prime file ad un prezzo considerevole, in realtà spettacolo deludente, continui messaggi politico religiosi non richiesti in uno spettacolo danzante, musiche ripetitive, bravissimi i ballerini ma, nel complesso, visto un balletto… visti tutti”; mentre un'altra ancora, esternando la sua indignazione, parla apertamente di uno spettacolo “Agghiacciante”: “Il messaggio che la pandemia è colpa dei non credenti e della teoria dell'evoluzione!! Mi chiedo come sia possibile che una istituzione come il Maggio Fiorentino possa ospitare un obbrobrio simile!!”. Del resto, cercando di scongiurare i potenziali concittadini dall'andare a vedere agli spettacoli di Shen Yun, così aveva scritto soltanto pochi giorni prima un altro incauto spettatore che suo malgrado aveva assistito a quelli dell'anno precedente: “Se lo scorso anno avessi avuto qualcuno che mi avesse avvertito, avrei evitato lo strazio di assistere a quello che definiscono spettacolo” e “Consiglio, se non li hanno cancellati, di leggere i commenti dello scorso anno. Spettacolo imbarazzante; incredibile che il Comunale di Firenze permetta di oltraggiare la cultura dello spettacolo in questo modo”. Come a voler dire, nello sbigottimento dato dal ripetersi di certi spettacoli (e dal vedere molti altri inconsapevoli spettatori continuare a volervi andare): “uomo avvisato, mezzo salvato”.

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