Anche a Milano, dove Shen Yun s'è esibita al Teatro degli Arcimboldi dal 14 al 20 gennaio, gli spettatori non sembravano aver gradito più di tanto gli spettacoli. La nomea della compagnia, palesemente affiliata ad una setta a dir poco controversa, non depone a suo favore; e quando il pubblico si trova al cospetto di un'esibizione di stampo palesemente propagandista, la sua reazione non può che essere delle più infuriate. Il fatto che il capoluogo lombardo sia tanto sensibile alle mode, comprese quelle più frivole e discutibili, al punto da farsene quasi avanguardia nel nostro Paese, e che sia stato tra i primi a dare i natali alla TV commerciale che tanto ha contribuito a trascinare nel trash la cultura italiana, non va automaticamente a significare che i suoi cittadini siano tutti quanti per forza degli allocchi. Prima o poi, forse, anche lo staff di Shen Yun se ne dovrà render conto, e pure l'Arcimboldi a sua volta meglio farà a concedere il proprio palcoscenico ad altri e certamente più presentabili artisti.
Curiosando tra le recensioni di TripAdvisor possiamo leggere dei giudizi veramente memorabili: “Da evitare. Una grande delusione. Pubblicizzato come se ci fosse una danza acrobatica di alto livello, si è rivelata elementare con dei ballerini dire quasi dilettantistici (vogliamo pensare alle performance dei Momix...??!!). Il prezzo spropositato!!! L'uso dei digitale voleva modernizzare lo spettacolo? Ma per favore... anche no!! Per non parlare poi di una propaganda creazionista anti evoluzionista e direi anche NOVAX!!!”, scrive una spettatrice, a cui subito fa eco un altro che, definendo lo spettacolo “deludente”, così argomenta: “Deludente nella scenografia, nella presentazione storico artistica, nell'esecuzione. In alcuni momenti sembrava di assistere ad un saggio scolastico, altre volte allo sforzo dilettantistico di artisti da strada (strada newyorkese). Che peccato che l'Arcimboldi si presenti con queste rappresentazioni (forse è un peccato ed un'offesa anche per Milano ed in generale per il teatro e la cultura italiana che possono sicuramente offrire, per tradizione e creazione artistica, molto ma molto più)”: una considerazione, l'ultima, che ci sentiamo di dover proprio sposare in toto.
Altri, oltre a stroncare lo spettacolo dal punto di vista artistico, entrano anche nella sfera politica, in ciò cogliendo la vera natura di Shen Yun: “Shen Yun anche no, grazie. Mi aspettavo una grandiosa rappresentazione della Cina pre-comunista realizzata attraverso sontuosi balletti perché ciò è quello che sembra guardando il loro sito.... le cose non stanno proprio così. Intendiamoci lo spettacolo non sarebbe manco male in termini di coreografia, scenografia, vestiti e performance dei ballerini acrobati. Tuttavia risulta ripetitivo e a tratti noioso. Del tutto fuori luogo i sermoni religiosi realizzati mediante rappresentazioni canore di dubbio gusto. Pare infatti che l'organizzazione di questi spettacoli sia riconducibile a un gruppo religioso piuttosto fanatico.… Ad ogni modo in uno spettacolo di danza a pagamento, anche abbastanza caro, i messaggi politico-religiosi mi sembrano fuori luogo....”. Di “americanata” dal sapore molto politico parla pure un'altra spettatrice, che così scrive: “Ho trovato lo spettacolo molto deludente, intriso di propaganda anti-regime (…) Anche poco gradevoli, a mio avviso, i filmati e le installazioni 3D dietro il palco. L'unica cosa che ho gradito sono i costumi, belle stoffe e colorati. Considerando che la sede della compagnia teatrale è New York (come loro stessi hanno detto), la definirei una vera americanata”. Un altro, evidentemente ancor più disgustato, non ha neppure esitato ad andarsene prima che lo spettacolo finisse: “Abbandoniamo lo show all'intervallo, intuendo che il nostro tempo è più prezioso dello spropositato costo del biglietto, costumi e atleti sul palco sono di livello, ma non puoi pretendere che siano sufficienti per 2 ore e mezzo, specie se gli fai fare sempre le stesse cose. Noia e sonno hanno avuto il sopravvento. Dispiace perché era un regalo. DELUSIONE TOTALE”.
Anche un'altra persona che ha assistito allo spettacolo così spiega: “Spettacolo Shen yun 2025. State alla larga. Soldi buttati. 2 ore con balletti tutti uguali, costumi tutti uguali, senza utilizzo di luci colorate o giochi di luci, presentatori imbalsamati, tenore che non è un tenore, grafica schermi imbarazzante, posti strettissimi e da cui non si riesce a vedere tutto il palco ( problema del teatro) ma venduti comunque a 80 euro a persona. Personale staff appostato come dei cecchini per non far riprendere lo spettacolo ne' scattare foto, ma tanto fa pena, cosa vuoi riprendere???? Probabilmente visto che sul web gira solo il loro trailer super dove sembra che sia un kolossal non hanno piacere a far vedere quanto sia mediocre in realtà. Vergogna. Delusione totale. Io volevo andarmene alla fine del primo tempo, poi mio marito mi ha detto di rimanere che avevamo pagato e nel secondo tempo mi sono addormentata da quanto era noioso”. Quanto denunciato dalla spettatrice, che spiega come gli operatori della compagnia impediscano al pubblico d'eseguire riprese private degli spettacoli, risponde effettivamente al vero: non vogliono che, immessi in social come Facebook o YouTube, altri potenziali spettatori s'accorgano dell'immane fregatura prima d'essersi a loro volta recati in teatro, e soprattutto d'averne pagato il costoso biglietto. Peraltro, tali operatori della compagnia, ovvero della setta Falun Dafa, insistono sugli spettatori affinché si lascino fotografare e concedano interviste, ovviamente favorevoli allo spettacolo, da poter poi riversare nei loro media, primo tra tutti The Epoch Times: ovviamente gran parte degli interpellati sempre si rifiuta, anche perché non conoscono quelle testate, invero poco note nel nostro paese, e men che meno se ne fiderebbero, ancor più dopo aver visto uno spettacolo del genere. Un altro spettatore, più laconicamente e diplomaticamente, scrive infine: "Lo spettacolo bello in alcune parti ma il messaggio su umanità e pandemia e sul "paradiso" assolutamente ingiustificato. Le coreografie belle ma aiutate da troppa computer grafica".
Non diverso è l'umore che trapela dalle recensioni su TrustPilot: “Esperienza sconcertante e spettacolo noioso”, intitola subito uno degli spettatori, così argomentando: "Abbiamo assistito allo spettacolo sabato sera all'Arcimboldi e ne siamo usciti profondamente insoddisfatti. L'eleganza dei vestiti non è bastata a colmare la mediocrità della rappresentazione. Le premesse di uno spettacolo con orchestra dal vivo e artisti di grande potenzialità, sono state totalmente disattese. Noiosissimi balletti si sono alternati a scenette mediocri ambientate nella Cina rurale pre-comunista. La scenografia, inesistente sul palco, è stata affidata unicamente allo schermo dove si è consumato il tentativo scolastico di far proseguire le coreografie dei ballerini graficamente trasformati in filmati, più vicini al cartone animato che alla realtà virtuale. Ma il dettaglio più sconcertante dell'evento è stato il contenuto dei messaggi delle immagini e dei testi delle canzoni, riportati a lettere cubitali sul grande schermo: un bassissimo tentativo di propaganda pseudo religiosa, anacronistica e retrograda, condotta nelle modalità e nelle sembianze più vicine alle strategie educative dei regimi dai quali, in teoria, lo spettacolo voleva prendere le distanze e trovare una rivincita. "Questo spettacolo non potrebbe essere rappresentato in Cina", ma mi chiedo come abbia trovato posto in un palinsesto culturale italiano ed europeo del 2025. Messaggi del tipo “l'ateismo e l'evoluzione sono il male”… o "la mancanza di fede porta alla pandemia"...sono stati il climax delle liriche dei tenori. Propaganda ed intenti comunicativi decisamente non trasmessi nella promozione dello spettacolo, ben al di sotto delle aspettative e molto lontano dal valore del prezzo del biglietto".
Di “Propaganda religiosa” parla infatti con cognizione un altro spettatore ancora, spiegando che "Shen Yun è uno spettacolo che si presenta come una celebrazione della cultura tradizionale cinese pre-comunista, ma in realtà è strettamente legato alla propaganda del movimento religioso Falun Dafa. Dietro le sue coreografie e scenografie, infatti, si nasconde un messaggio che promuove la dottrina del Falun Gong, con un’enfasi particolare sull'idea che l’unica via di salvezza sia l'inchinarsi al salvatore. Questo spettacolo denuncia inoltre, in modo esplicito, teorie scientifiche come l’evoluzionismo e l'ateismo, accusandole di essere "opera di Satana", un tema che può risultare problematico per chi non condivide le credenze religiose della compagnia. Dal punto di vista artistico, la sceneggiatura appare scarna e poco coinvolgente, e anche le scenografie e i contenuti multimediali sembrano non rispondere agli standard di professionalità che ci si aspetterebbe da uno spettacolo di questo tipo. In alcuni momenti, inoltre, i performer sembrano non essere in perfetta sincronia, il che compromette ulteriormente la qualità dell'esibizione. Rimane difficile giustificare la scelta di teatri prestigiosi, come il Teatro degli Arcimboldi a Milano, di ospitare e promuovere un evento che, purtroppo, rischia di confondere il pubblico con contenuti che non sono solo di natura culturale, ma anche fortemente ideologici. Per chi cerca una genuina rappresentazione della cultura cinese o uno spettacolo di danza di alto livello, Shen Yun può risultare una delusione. In definitiva, questa performance si configura come una forma di "truffa culturale", mascherata da spettacolo, che sfrutta il palcoscenico per diffondere un messaggio religioso e politico specifico". Non avremmo saputo dirlo meglio.