Proprio pochi giorni fa il segretario della Commissione per gli Affari Esteri della Camera, Michael McCaul, ed un ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, Robert O'Brien, insieme ad altri del loro rango istituzionale, hanno accusato varie importanti testate americane tra cui "The Lancet" e "The New York Times" d'aver volutamente minimizzato la teoria del "laboratorio di Wuhan", sulla quale era fiorita una lunga "letteratura" complottista circa la genesi del Covid-19.
In totale sono ben 43 i "massimi esperti di sicurezza mondiale" americani che avrebbero firmato una lettera aperta contenente tali accuse, e pubblicata dalla Vanderberg Coalition, un thinktank neocon che si autodefinisce come "una rete imparziale di studiosi e professionisti di politica estera che credono nel potere della leadership americana per proteggere la sicurezza nazionale americana". Dovevano essere davvero molto "studiosi" e "professionisti", questi membri della Vanderberg Coalition, per prendere subito per buona una sciocchezza del genere! Figuriamoci se invece non fossero stati nemmeno "studiosi" e "professionisti", cosa sarebbero stati capaci di fare! Ma del resto quella lettera così delirante tirava pur sempre acqua al loro mulino ideologico basato su un odio fanatico verso qualsiasi "nemico" o "minaccia" strategica alla "sicurezza" ovvero al "predominio" americano nel mondo, e tanto bastava. Peccato, però, che l'incantesimo sia durato davvero poco: giusto qualche ora e la lettera, ben presto rivelatasi una vera e proprio onta politica di cui sbarazzarsi il prima possibile, è letteralmente "scomparsa dai radar". Il sito della Vanderberg Coalition, massima promotrice dell'iniziativa, con molta disinvoltura se ne è liberato e, dove prima la lettera campeggiava con enfasi trionfale, ora non c'è assolutamente più nulla: guardare per credere.
Oltre a McCaul e O'Brien, figuravano nella lettera pure le firme di altre rilevanti personalità della politica americana, come ad esempio gli ex vicesegretari di Stato John Hillen e Christopher Ford, e un pool di fantomatici sedicenti docenti universitari esperti in questioni di sicurezza (quel generico "gente che conta" che spesso e volentieri nasconde molto più semplicemente un ben più realistico "gente che non conta proprio un bel nulla"). Anche in questo caso, tutta gente che puntualmente fa notare il proprio assoluto ed indiscutibile livello di "esperienza" e di preparazione: prova ne sia che nella lettera si possono leggere strafalcioni come "il Covid-19 ha provocato la perdita di 15 milioni di vite in tutto il mondo fino ad oggi" (falso: i morti sono stati ad oggi 6.681.433, come da fonti ufficiali quali ad esempio anche soltanto il nostro Ministero della Salute) e perdite finanziarie "stimate in decine di trilioni a livello globale, di cui almeno 16 trilioni per gli Stati Uniti" (falso anche in questo caso: è assai difficile poter stabilire numeri esatti, men che meno così arbitrariamente, senza tener conto tutta la pluralità di settori economici colpiti, la quantità di posti di lavoro perduti, le successive crisi economiche che ne sono derivate sia a livello finanziario che produttivo o commerciale, ecc; a meno che non si voglia semplicemente tirare numeri a casaccio giusto per far scena presso l'auditorio e magari anche nella speranza di poter raccattare qualcosa dal nemico di turno, che sia l'odiato paese "nemico" o più semplicemente i ceti socialmente più deboli, da sempre considerati "animali da mungere" per i "clan" ultraconservatori).
La lettera quindi continua con altre perle, come "alcuni redattori e giornalisti di testate e pubblicazioni scientifiche hanno soffocato il dibattito sulle origini del virus. Alcuni hanno persino lanciato accuse di razzismo contro coloro che hanno cercato in buona fede d'indagare se il virus potesse aver avuto origine da una perdita dal laboratorio dell'Istituto di virologia di Wuhan. Le principali riviste scientifiche hanno censurato le voci dissenzienti; molti scrittori scientifici nelle principali testate giornalistiche hanno promosso narrazioni o affermato conclusioni non comprovate da prove; i giornalisti non sono riusciti a fare nemmeno un tentativo superficiale di far emergere potenziali conflitti di interesse delle loro fonti". Certo, difficilmente le loro tesi potevano esser tanto facilmente prese in considerazione dagli ambienti scientifici, visto che parlavano di "virus cinese" e di "virus comunista". Non potevano dunque oggettivamente pretendere una considerazione superiore a quella tributatagli dal loro pubblico più fanatico e complottista, quello della setta QAnon e del lobbismo politico che ne ha assecondato ed alimentato le fortune. L'accusa di razzismo, poi, era inevitabile, e più che di un'accusa dati i soggetti in questione sarebbe stata più opportuna la definizione di "diagnosi": anche perché, guardacaso, il loro odio razziale e politico verso la "minaccia cinese" e tutto ciò che vi si riconduce ha decisamente del patologico, ed è ampiamente risaputa anche al personale medico-scientifico che con costoro non ha tanto piacere a farsi vedere insieme. Infine, pensare che un giornalista semplicemente non sappia fare il suo dovere perché non individua "conflitti d'interesse" nelle argomentazioni di una pubblicazione scientifica è cosa ancor più ridicola: con quale titolarità un giornalista o un opinionista di una qualsiasi testata dovrebbe improvvisamente considerarsi "anche epidemiologo" e mettersi a fare le pulci a quanto attestato da un vero epidemiologo, scienziato o ricercatore? Un conto è discutere con un collega, a mezzo stampa, a suon di editoriali e contro-editoriali da una testata all'altra, in merito ad una questione di politica o di cronaca, cosa questa tipica nella vita quotidiana di un vero e proprio giornalista; ed un conto è mettersi a petulare su dati e posizioni date da uno scienziato (magari anche sollevandogli contro, perché no, la "macchina del fango" soltanto perché non ti dà ragione o non è della tua stessa sponda politica, e quindi "va distrutto").
Decisamente, con queste loro esternazioni, i firmatari della lettera hanno non soltanto confermato il loro fanatismo e il loro razzismo, ma si sono pure ricoperti di ridicolo: ben si comprende dunque perché, sia pur tardivamente e a cose ormai fatte, abbiano poi maldestramente cercato pure di rinnegare e nascondere quella loro bella "figura barbina".